Le Opinioni

Credevo di poter fare tutto, di poter mettere su famiglia continuando a fare la vita dissoluta che avevo fatto fino a quel momento, ma non fu così.
Dopo l'ennesima cattura, trovai la porta di casa chiusa a chiave, la serratura cambiata e una lettera nella buca della posta, era la mia signora che mi dava il benservito.
Aveva preso tutto ciò che le apparteneva, figli e denaro compresi, facendomi così trovare senza neanche un centesimo per mangiare.
Solo pochi amici mi diedero una mano ad uscire da una situazione tanto macabra. Fu un periodo breve ma intenso, svolsi molte attività di varia natura.
Persi completamente di vista la famiglia; solo dopo qualche tempo seppi dell'incidente di mio figlio, che con la moto andò a sbattere su un pilastro della tangenziale. Per questo stesso motivo mia moglie cadde in una specie di depressione ipnotica: vagava per casa, ma era come se non ci fosse, era come un fantasma. Svoltisi tutti i riti del caso, compreso il rito funebre, io mi fermai con la mia famiglia solo pochi giorni e ripartii per tornare a Torino, anche perché credo che mia moglie non avrebbe sopportato oltre la mia presenza.
E l'altra mia figlia, rimase con i nonni e continuò gli studi, mentre la madre dopo poco tempo riprese a lavorare e tentò di riprendersi dal duro colpo. Mancò qualche anno dopo di pleurite e mia figlia continuò a vivere con i nonni.
Ora mi viene solo da domandarmi una cosa: in tutta questa storia chi è stato veramente il padre? Io o mio figlio? Chi veramente si è assunto le responsabilità della famiglia e chi invece è fuggito come un coniglio?