Tutte le mattine mi svegliava, mi chiudeva in uno sgabuzzino così piccolo che non riuscivo neanche a allungare le gambe... facevo i miei bisogni in una scatola dei biscotti, imploravo pietà... lui si portava via la chiave...
2014-12-28 ...Tutte le mattine mi svegliava, mi chiudeva in uno sgabuzzino così piccolo che non riuscivo neanche a allungare le gambe... facevo i miei bisogni in una scatola dei biscotti, imploravo pietà... lui si portava via la chiave... CUFRAD OPINIONI ESPERIENZE TESTIMONIANZE. LA MIA OPINIONE SUL CUFRAD, LA MIA ESPERIENZA AL CUFRAD, LA MIA TESTIMONIANZA SUL CUFRAD. DROGA ALCOL ALCOLISMO TOSSICODIPENDENZA FAMIGLIA.
Mi chiamo R., sono nato a Cuneo da una famiglia povera emigrata dalla Calabria.
Da piccolo ero una persona molto timida, allo stesso tempo vivace quindi le mie marachelle venivano puntite comunque con delle legnate, con il nervo di bue, col battipanni...
Ma la mia vita è cambiata all'età di 13 anni quando in terza media combinai una ragazzata, la ritengo ancora oggi una ragazzata, e rimasi sospeso 40 giorni prima dell'esame della terza media.
In questi 40 giorni mio fratello, il secondogenito della famiglia, al mattino, tutte le mattine per 40 giorni, mi svegliava, mi chiudeva in uno sgabuzzino così piccolo che non riuscivo neanche a allungare le gambe... facevo i miei bisogni in una scatola dei biscotti, imploravo pietà a mamma ma lei non poteva fare niente perchè lui si portava via sia la chiave che il doppione...a mezzogiorno ritornava dal lavoro, mi apriva, mi faceva mangiare un boccone veloce e mi richiudeva subito dopo; se ne tornava alla sera alle otto, le nove, quando gli faceva comodo, così per 40 giorni; io ho vissuto lui come un padre padrone e la mia vita è cominciata a cambiare...
Sono diventato una persona impulsiva, aggressiva; era un meccanismo di difesa, io mi avvicinavo alle persone e se c'era da fare a botte ero il primo, ero il leader negativo del gruppo e questa caratteristica mi ha accompagnato per tutta la vita, facendomi perdere i posti di lavoro, delle occasioni...
Facendo un lavoro di psicoterapia sono riuscito poi ad arrivare a capire, a perdonare innanzitutto i miei genitori; per tutta la vita non ero mai riuscito a perdonare il fatto che loro avessero dato il potere a mio fratello di decidere la punizione giusta per me... Io avrei voluto continuare gli studi perchè ero pratico nel disegno, avrei voluto fare liceo artistico e poi l'ISEF a Torino, una scuola per professori di educazione fisica...
Sono andato ad usare sostanze, ad abusare di sostanze per scacciare quei sentimenti malati, gravi, come l'aggessività, la rabbia e i sensi di colpa perchè io alzavo le mani e poi dopo me ne pentivo e quindi tutti i sensi di colpa, io sono andato a usare sostanze, prima la cannabis, poi cocaina e eroina, proprio per non sentire queste emozioni negative...
Quando sono arrivato qui al CUFRAD non credevo neanche più nella parola... il primo passo, quello che a me è servito e che penso servirà a tutti quelli che vengono in un posto come questo è di aver fiducia, affidarti alle persone persone, io la fiducia non l'ho mai data a nessuno in vita mia, non ho mai chiesto aiuto... Mi sono ritrovato a 50 anni, oggi ho 50 anni, a dover riprendere in mano la vita; sono arrivato qua e piano piano ho ripreso la dignità. Fuori, prima ancora, ho fatto altri percorsi comunitari ma forse non erano quelli giusti, non c'erano i gruppi di auto-mutuoaiuto e i colloqui individuali come ci sono qui al CUFRAD; gli operatori sono un supporto ma poi sei tu che devi elaborare il tutto; il fatto di fidarmi è stato la molla che mi ha fatto iniziare a lavorare su di me, a fare un lavoro introspettivo, certo molto duro perchè non è facile mettersi a nudo di fronte a tante persone però questo mi è servito... Oggi vedo la vita in modo diverso, mi accontento delle piccole cose, cose che prima non mi immaginavo neanche di fare perchè ero preso da mille casini, ho provato anche il carcere, il carcere duro e oggi mi sento una persona normale...
Alle volte vado a casa e mi rendo conto di come la vita sia brutta fuori, con la crisi che c'è tuttoggi, però se tu riesci a dar voce alle emozioni le giornate non sono uguali a tutte le altre... la fatica che si fa fuori è il fatto che la gente non ha voglia nè tempo di starti ad ascoltare, mentre questo tipo di lavoro lo puoi fare qui, dove comunque hai il supporto psicologico, psicoterapeutico e l'aiuto del gruppo che a me è servito molto, ma comunque devi essere tu a metterti in gioco...