Un giorno, mia figlia mi guardò con i suoi occhioni azzurri chiedendomi di riavere una mamma sana ... fu li che decisi di recarmi al Sert e chiesi di essere curata e di voler fare un percoso di cura, per cui oggi mi trovo qui.
mia figlia mi guardò con i suoi occhioni azzurri chiedendomi di riavere una mamma sana ... fu li che decisi di recarmi al Sert e chiesi di essere curata. CUFRAD OPINIONI ESPERIENZE TESTIMONIANZE. LA MIA OPINIONE SUL CUFRAD, LA MIA ESPERIENZA AL CUFRAD, LA MIA TESTIMONIANZA SUL CUFRAD. DROGA ALCOL ALCOLISMO TOSSICODIPENDENZA FAMIGLIA.
Io e mio marito decidemmo di comprare una grossa cascina ovviamente tutta da ristrutturare. Passai il primo anno a fare su e giù tra il mio paese natale e quello dove vivevo in quanto mia figlia iniziava la scuola dell'infanzia e non mi andava che cambiasse scuola.
Dalle 9 del mattino alle 16 del pomeriggio, mentre lei era a scuola io mi recavo in cantiere a seguire i muratori impegnati nei lavori di ristrutturazione.
La casa fu rifatta tutta, tra mille difficoltà, in quanto era difficile farmi ascoltare perchè ognuno voleva fare di testa propria. Pensai perchè sono una "donna", ma la casa era mia e spettava a me dirigere il tutto ed avere l'ultima parola.
Inoltre anch'io davo il mio contributo in quanto mi impegnavo personalmente nello smantellare le piastrelle. Alle ore 16 andavo a riprendere mia figlia a scuola e la portavo con me al cantiere impegnandola e rendendola partecipe in attività quasi ludiche come dipingere i termosifoni, almeno avrebbe vissuto in modo graduale il distacco dalla vecchia casa e avrebbe sentito come sua quella nuova.
Nel frattempo mio marito era impegnato in attività lavorative fuori paese e portava i soldi a casa che servivano per la ristrutturazione.
In maggio ci trasferimmo nella nuova casa, e siccome in aprile era il compleanno di mia figlia decidemmo di festeggiarlo in giugno potendo cosi invitare tante persone (80).
Mi occupai personalmente di cucinare io il menù e organizzammo anche un karaoke.
Fu una bellissima festa, ma quando rimasi sola a casa incomincia a pensare a cosa ci facessi io lì, tutta sola, in una casa cosi grande.
In più, in un paese sconosciuto dove non sapevo cosa fare e facevo paragoni con il vecchio paese ricordandomi costantemente tutto cio che avevo lasciato (amici, impegni ecc..).
Cosi cercai di diventare amica con le mamme dei compagni di scuola di mia figlia. Da subito si instaurò una grande solidarietà tra noi, fin quando ebbi una discussione con la mamma di una nuova bimba arrivata a scuola da mia figlia. E così tutto si rovinò.
Io subii un dolore atroce in quanto per me l'amicizia è una ragione di vita. Ad un tratto cominciai a stare molto male, scoprii di avere l'esofago di Barett che è un tumore allo stomaco.
Da lì inizio il mio calvario: intervento allo stomaco, poi alle corde vocali perchè il riflusso mi rovinava anche quelle, per 20 giorni non riuscii a parlare, poi riabilitazione dalla logopedista.
Fu tutto un trauma, non volevo accettare che nelle mia vita ci fosse ancora del male dopo tutto quello che già avevo vissuto in passato..
Persi la grande forza fisica e d'animo che avevo e la bella voce che ereditai da mio papà. Lui era un tenore per cui mi insegnò tutto della musica, cantavo spesso e i miei compagni mi soprannominarono Tina Turner.
Un giorno decisi di mettermi a dieta e sotto suggerimenti di una amica mia e di mio marito mi feci dare il numero di un dietologo molto bravo. In gennaio cominciai la dieta. Dopo qualche giorno telefonai al dottore, mi rispose la segretaria, le dissi che non riuscivo a dormire e mi chiedevo se fossero le pastiglie che mi aveva dato il dottore, mi rispose di no e mi tranquillizzai.
Tuttavia nei giorni seguenti mi recai dal mio medico di base spiegandogli che non riuscivo a dormire per cui mi diede dei sonniferi.
Dopo tre settimane io e mio marito avevamo le visite per il rinnovo della patente in quanto ogni 5 anni dobbiamo fare la visita. Gli esami risultarono positivi alle anfetamine. Portammo il risultato dal medico legale e per quanto riguardava il mio, mi dissero che dovevano sospendermi la patente. Io inizia a piangere disperatamente dicendo loro che non assumevo niente di tutto ciò. Il giorno dopo mi recai dal dietologo spiegando l'accaduto, il dottore mi fece una dichiarazione scritta sulla base della mia dieta e delle pastiglie per dimagrire assunte fino a quel momento. Portai il foglio dal medico legale che però mi disse che comunque il tutto doveva essere inviato a Roma e quindi ci voleva del tempo.
Passai tre lunghi mesi senza macchina in un paesino come il mio. Mi cadde il mondo addosso.
La sera incominciai a bere due bicchieri di vino dopo i pasti, in più assumevo i sonniferi per cui andavo a letto collassata senza pensare a nulla.
In tutto ciò mio marito non mi aiutò, anzi mi lasciò, chiedendo la separazione.
Fui ricoverata in clinica, uscita di lì non bevvi più.
Mi trasferii in un altro paese, affittai un alloggio e comprai una bella macchina. Non durai molto, i soldi finirono per cui tornai a vivere dai miei continuando comunque la terapia che mi diedero in clinica.
La situazione continuava a peggiorare, non avevo più la bambina, ero distrutta psicologicamente e il mio esaurimento mi devastava fino a desiderare la morte. Mi riempivo di farmaci.
Un giorno, la bambina mi guardò con i suoi occhioni azzurri chiedendomi di riavere una mamma sana, fu li che decisi di recarmi al Sert e chiesi di essere curata e di voler fare un percoso comunitario, per cui oggi mi trovo qui.