Una sera... a 17 anni tornai a casa completamente ubriaco, mi sedetti a tavola mio fratello si alzò, mi prese per la camicia iniziai a picchiarlo con tutta la forza che avevo... e la nonna gridava... gridava...
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Ho molti ricordi belli legati alla mia infanzia, posso dire di aver vissuto felicemente i primi anni della mia vita.
Sono il più piccolo di tre fratelli e per questo il più coccolato di tutti, in particolare dalla nonna che mi lasciava scorrere sotto banco caramelle e monetine. Ricordo perfettamente quanto fossi affezionato a lei e quanto amassi i momenti trascorsi insieme: in particolare apprezzavo le abbondanti colazioni che preparava per tutti noi, per me naturalmente scappava sempre quel goccio di caffè- latte in più rispetto a tutti gli altri, per non parlare di tutti i biscotti che nascondeva nelle tasche del grembiule per poi passarmeli da sotto il tavolo... la mia montagnola era sempre la più alta di tutte e non si smaltiva mai.
Col papà, la mamma, i miei fratelli e l'amatissima nonna si è sempre vissuti nella stessa casa in campagna, lontani un po' da tutto, ma con tutti i vizi a portata di mano... abbiamo sempre fatto una vita dura, lavoravamo tutto l'anno per avere lo stretto indispensabile, eppure ricordo quegli anni con un sorriso, inoltre, lo ammetto, già allora ero un ragazzino vivace ed avevo una certa predisposizione a fare amicizia con gli altri bambini, anche più grandi di me.
Spinto dal mio carattere gioviale e da un padre che aveva sempre bevuto e fumato in casa, in giovane età iniziai ad imitare i suoi atteggiamenti sbagliati e a farli diffondere nel mio gruppo di amici.
Fu così che all'età di 15 anni ebbi l'incidente in moto... ubriaco e senza casco finii contro un camion. Sono stato in coma per diverso tempo ed al risveglio non ero più io. Ero diventato violento, aggressivo e ribelle.
La nonna dallo spavento che le diedi, oppure per l'età, iniziò a perdere qualche colpo: diceva cose strane, frasi che non avevano senso... ricordo perfettamente una sera precisa, avrò avuto al massimo 17 anni e tornai a casa completamente ubriaco, mi sedetti a tavola ed iniziai a parlare in quel modo volgare che ormai era di norma. Nel sentire quelle parole mio fratello si alzò, mi prese per la camicia, mi sollevò e mi chiese "gentilmente" di finirla. Non so cosa mi passò per la testa, ma iniziai a picchiarlo con tutta la forza che avevo, incitato anche dalle grida della nonna:"maslu, maslu!!" (ammazzalo, ammazzalo).
Fu da quel giorno che i miei genitori presero la decisione di mandarmi via di casa e fu così che dovetti diventare un adulto. Ma fare l'adulto non voleva dire esserlo veramente.
Ho continuato a sbagliare e a farmi del male e solo ora, a fronte di un percorso difficile, posso dire di aver sbagliato e che mi piacerebbe vivere serenamente gli anni che mi rimangono senza fare i conti con i danni che questo dannato alcol mi ha lasciato.