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Alcoholism: Clinical & Experimental Research: correlazioni tra consumo di alcol e insonnia

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L’abuso di alcolici può interferire con il sonno?

I risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori giapponesi, pubblicato sulla rivista "Alcoholism: Clinical & Experimental Research" (Alcolismo: Ricerca Clinica e Sperimentale), indicano che giovani che avevano consumato grandi quantità di bevande alcoliche prima di andare a dormire presentavano una frequenza cardiaca notturna maggiore di quelli che non avevano consumato bevande alcoliche prima di andare a dormire.

Lo studio ha riguardato 10 studenti universitari di sesso maschile. Gli sperimentatori li hanno sottoposti a registrazione dell'elettrocardiogramma per 24 ore, mediante apposito dispositivo portatile. I tre gruppi nei quali è stata divisa la casistica, 100 minuti prima di andare a dormire, hanno assunto, rispettivamente, una dose bassa di alcool, 0,5 g per chilo di peso corporeo, una dose elevata di alcol, 1 g per chilo di peso corporeo, o non hanno assunto alcool. Durante la notte, in tutti i soggetti è stata eseguita una polisonnografia, ossia una registrazione simultanea di più parametri fisiologici, come i movimenti di torace e addome. Analizzando i dati dell'elettrocardiogramma delle 24 ore e della polisonnografia, gli autori hanno valutato, in tutti i partecipanti, l'attività del sistema nervoso simpatico e del sistema nervoso parasimpatico. In termini generali, il sistema simpatico può essere considerato come "acceleratore" delle funzioni di molti organi, esso aumenta tra l'altro pressione arteriosa, consumo di ossigeno e frequenza cardiaca, mentre il sistema parasimpatico agisce come un "freno", provocando un rallentamento delle stesse funzioni. In condizioni normali, durante il sonno, il sistema nervoso parasimpatico prevale sul sistema nervoso simpatico.

L'analisi dei dati raccolti in questo studio suggerisce che, all'aumentare della dose di alcolici consumata prima di andare a dormire, aumentavano nelle ore seguenti la frequenza cardiaca e l'attività del sistema nervoso simpatico e questo peggiorava la qualità del sonno.

La dimensione minima della popolazione studiata rende questi dati del tutto preliminari. Ulteriori verifiche andranno fatte su casistiche molto più ampie

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)