Allarme alcool: anche nel grembo materno il feto può subire danni
cufrad news alcologia FAS alcol
Allarme alcool: anche nel grembo materno il feto può subire danni
Nel nostro Paese sette neonati su cento subiscono esposizione alcolica nel grembo materno.
È quanto emerge da una recente analisi elaborata dall'Istituto Superiore di Sanità e diffusa in occasione della prima Giornata internazionale
della consapevolezza sulla sindrome feto-alcolica (www.iss.it).
Lo studio di prossima pubblicazione è stato condotto attraverso un biomarcatore, cioè una sostanza in grado di rilevare l'esposizione all'
alcol nel meconio che rappresentano le prime feci dei neonati. Il gruppo di studio ha rilevato che c'è un consumo di alcol in gravidanza
sottostimato o non riconosciuto da parte delle donne che partoriscono. L'analisi di oltre seicento neonati ha rivelato un'esposizione media
di poco più del sette per cento, con una distribuzione nelle diverse città campione dello studio molto diversificata. E' necessario,
pertanto, far luce su un fenomeno sommerso come quello delle patologie pediatriche sviluppate in relazione all'assunzione di bevande
alcoliche durante la gravidanza.
In territorio ibleo esiste tale problematica? Come sono fronteggiate eventuali insorgenze di tali patologie e, soprattutto, come vengono
diagnosticate?
Abbiamo girato i quesiti al dottor Salvo Figura, medico anestesista rianimatore (già in servizio presso un nosocomio ibleo).
«Non ho dati certi per poter affermare che nel territorio ibleo esista questa problematica. E' sufficiente però l'osservazione diretta di
stuoli di teenagers, sotto i quindici anni, andare in giro per i lungomare del litorale ibleo sbandierando la loro birretta rigorosamente
tedesca o messicana, con sale e limone al seguito, per poter prevedere un alcoolismo precoce e precoci danni al feto in caso di gravidanza.
Purtroppo per l'alcool non è mai stata prodotta una seria campagna di prevenzione com'è stato fatto per il fumo. Eppure il suo consumo e
abuso è nettamente superiore a quello del fumo».
Nella sua lunga esperienza di medico anestesista rianimatore ha avuto a che fare con casi di particolare rilevanza?
«Di sbornie, anche pesanti, ne ho viste tante. Talune che giungevano sino alla perdita totale della coscienza e all'anestesia da alcool. Ho
visto anche delle morti da metanolo usato specialmente da giovani dell'est Europa per incrementare la gradazione alcoolica di birre o altri
alcoolici.
L'assunzione del metanolo è devastante! Sugli esiti sul feto posso dire poco come esperienza diretta, ma certamente è dagli anni '70 che
Paesi evoluti dal punto di vista della ricerca studiano il fenomeno. L'alcool in quantità molto modeste, specialmente o unicamente, il vino
rosso, è un ottimo elisir di "lunga vita".
Antiossidante per eccellenza, aiuta il cuore e i vasi. Nelle gravide ne bastano due bicchieri in più al giorno per far rischiare loro la
nascita di figli deformi nel fisico e nel cervello. Non scordiamo mai che l'alcool è un solvente di grassi e proteine, i mattoni di geni e
cromosomi; cioè del DNA, cioè ancora della "Banca dati e programmazione" di tutto il nostro organismo».
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)