338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Anoressia: anche gli adolescenti sono a rischio

 Anoressia: anche gli adolescenti sono a rischio

 Anoressia: anche gli adolescenti sono a rischio

Anoressia: anche gli adolescenti sono a rischio. L’Ospedale Pediatrico di Roma nei prossimi giorni analizzerà un documentario che parlerà della malattia mentale

L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dedicherà oggi un pomeriggio all’informazione sull’anoressia, tramite un documentario che affronterà il tema della malattia mentale sempre più frequente tra gli adolescenti.

“Questo accade perché, quanto prima si presenta il problema, tanto più è facile intervenire con programmi terapeutici intensi, quotidiani – spiega la psichiatra Valeria Zanna - che coinvolgano anche i genitori. Anche nei più piccoli i sintomi dell’anoressia possono essere del tutto simili a quelli delle forme adulte: vediamo bambine di 8 o 9 anni che smettono di mangiare, conteggiano le calorie e hanno un’attenzione esasperata per il proprio aspetto fisico. Ma la personalità di un bambino è ancora in via di sviluppo, il disturbo non ha tempo di cronicizzare ed è per questo che l’intervento terapeutico risulta più efficace. Nel 2014 – conclude - al Bambino Gesù sono state fatte 230 nuove diagnosi di anoressia nervosa, un terzo in più rispetto al 2013”.

L’anoressia nervosa è una malattia mentale (ne soffrono anche i bambini) spiegano i medici, che colpisce tra lo 0,2 e lo 0,8% dei bambini e ragazzi in età pediatrica.

Nel 95% dei casi si manifesta tra i 12 e i 17 anni. Oggi i sintomi si riscontrano frequentemente anche in bambine di 8-9 anni. Non colpisce solo il genere femminile, ma anche quello maschile, il rapporto è infatti di circa 9 a 1, e il numero dei maschi, soprattutto in età prepuberale, è in aumento. Tra le malattie psichiatriche l’anoressia è la sindrome che fa registrare il più alto tasso di mortalità, circa 1,8% in età infantile, e 10% in età adulta. Inoltre, nelle persone anoressiche il rischio di morte è 5-10 volte maggiore di quello di persone sane della stessa età e sesso. La genesi aggiungono gli esperti, è multifattoriale, come la predisposizione genetica, tratti di personalità che tendono al perfezionismo, attitudine al controllo ossessivo, e fattori familiari che concorrono all’origine del problema. La cura dunque, non si basa solo sul monitoraggio alimentare, ma anche sul disagio emotivo sottostante.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.farmacia.it/news/articolo/17/14336

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)