Belluno: Alcolisti Anonimi, 30 anni di aiuto
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BELLUNO. «Persone comuni che tutti guardano, ma nessuno vede»: le parole di Pino Roveredo sono forse le più adatte a definire gli alcolisti, uomini e donne che vivono in uno stato di profonda sofferenza determinata da una malattia (e non vizio), come è stato decretato dall'Ocse nel 1956. «Tre sono le date importanti per questo popolo invisibile - ricorda un componente l'associazione - 1935, 1972 e 1980, la nascita dell'Associazione A.A. "Alcolisti Anonimi" rispettivamente in America, in Italia e a Belluno». Parallelo a questo sodalizio vi è "Al-Anon" formato dai familiari degli alcolisti. «Noi viviamo in uno stato di pena e dolore al pari degli alcolisti stessi - afferma uno di questi - se non più profondo e angosciante. Infatti l'alcolismo non colpisce solo l'individuo che ne è portatore, ma coinvolge l'intero gruppo familiare che oltre a vivere in uno stato di continuo e profondo disagio, è preso dall'ansia di non sapere se e quando l'alcolista berrà, dalla paura qualora sia violento, da vergogna, impotenza e grande solitudine. Molto spesso i familiari si ammalano di depressione, ma anche di gravi patologie del corpo». «C'è un detto che circola tra noi - aggiunge - "Non c'è bisogno di bere per soffrire di alcolismo"». Per celebrare i 30 anni del sodalizio in provincia (Belluno, Feltre e Agordo), domani al Centro Giovanni XXIII, in Piazza Piloni, a cominciare dalle 9.30, ci sarà un incontro - convegno per spiegare come funziona il metodo di recupero degli alcolisti anonimi, arricchendolo con le testimonianze di alcolisti recuperati, di familiari e medici, un'iniziativa che è aperta a tutti, anche a coloro che non sono del gruppo, ma vogliono ascoltare e capire. Ma che cos'è, in definitiva, Alcolisti Anonimi? «E' un'associazione di uomini e donne che mettono in comune la loro esperienza, forza e speranza per risolvere il problema comune e aiutare altri a recuperarsi dall'alcolismo. L'obiettivo è di auto-aiuto: l'alcolista che ha smesso di bere mantiene e consolida la propria sobrietà utilizzando la sua capacità di aiutare un altro alcolista, che ancora beve, a uscire dalla dipendenza dall'alcol. E' dimostrato che solo un alcolista può comprendere un altro alcolista e che questo si trova a suo agio solo con uno che vive o ha vissuto le sue stesse esperienze». La sede di Belluno è in via Carducci, 8 con telefono 0437 941578; si tengono riunioni il martedì alle 20 e 30 e il sabato alle 17. - Lina Beltrame