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Bolzano: ordinanza comunale per arginare lo sballo giovanile

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Al pub alcol e premi a chi si ubriaca di più

Un invito esplicito ad ubriacarsi, con tanto di premio a chi risulterà col tasso alcolico più elevato nel sangue al termine della serata.

Cocktail e birra a "prezzi speciali": da 2,50 e 5 euro. L'invito su internet arriva direttamente dai gestori del locale Downtown di piazza

delle Erbe, uno dei pub più frequentati del Centro.
Durissimo il sindaco: «Stasera gli mando i vigili». Visto che la legge vieta esplicitamente la pubblicizzazione di eventi di questo tipo, la

chiamata "al boccale" è arrivata tramite Facebook. Il social network, infatti, sfugge alle norme che proibiscono l'istigazione allo sballo.

L'evento, previsto a partire dalle 21.30 e denominato sarcasticamente "Alcolizzati non anonimi night" (corretto nella tarda serata di ieri in

"Salutisti non anonimi night", nel tentativo di metterci una pezza all'ultimo momento...), ha raggiunto in un lampo gli oltre duemila

contatti del pub Downtown, e dopo pochi minuti già in molti avevano cliccato sul "parteciperò".
Come detto: prezzi speciali e grande premio finale per chi risulterà al test dell'etilometro con il più alto tasso di alcool nel sangue

all'ora di chiusura. Nei primi post di commenti già si nota la presa che fanno questo genere di serate sulla gioventù bolzanina: si va da un

timido «non potrei mai mancare», all'agguerrito «prima o poi mi dovrete pagare il trapianto».
Sottinteso di... fegato. A Bolzano esiste però un'ordinanza comunale che proibisce qualsiasi tipo di evento che incentivi il consumo di

alcolici, frutto di anni di lotta all'alcolismo del Forum Prevenzione e di altre associazioni contrarie alla cultura del fare festa

autodistruggendosi. «Non solo - aggiunge Peter Koler del Forum -: l'ordinanza si aggiunge ad una legge nazionale che proibisce ai gestori di

versare da bere a chi è già visibilmente alterato». Il sindaco Spagnolli promette linea dura: «Stasera mando i vigili, se sgarrano

fiocheranno le sanzioni».
I locali che organizzano questo genere di serate rischiano la chiusura per settimane - spiega Koler - «basta che trovino anche solo un

ragazzo con tasso al 3,5%, cioè altissimo». Ma la questione va oltre l'aspetto puramente legale. «I gestori dovrebbero avere anche un codice etico, dovrebbero imporsi dei limiti anche andando contro i loro stessi interessi, invece prendono questo tema in barzelletta».
Paolo De Lutti, coordinatore delle attività riabilitative dell'associazione Hands, parla di rischio contagio sociale: «E' la modalità di

proposta commerciale basata sull'adescamento che comporta i pericoli maggiori, i ricercatori di mercato ottengono molti più risultati degli

educatori, giocano con i termini, esibiscono la bravata come un vanto, e se ti distruggi ti danno anche la medaglia al valore, lo trovo

aberrante e volgare». Il medico specialista lo identifica come un fatto culturale.
«I ragazzi vivono nell'assenza di un potere morale con cui confrontarsi, e che sappia trasmettere loro messaggi che non cadano nel vuoto,

così sono più facilmente adescati dalla pubblicità». Si chiama Binge Drinking, il neologismo made in Usa che descrive questo modo di bere.

«Lo vendono come "figo" e moderno - prosegue De Lutti - e consiste nel mandare giù almeno sei drink in una serata». E in questo l'Alto Adige vanta alcuni record. «Si iniziano a vedere patologie gravi legate all'alcolismo già a 25 anni: questo significa che si fa uso eccessivo e

frequente da almeno dieci anni».

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)