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Canton Ticino: piano d'azione contro l'alcol

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Pelin Kandemir - Ci vuole un piano d'azione cantonale Alcol

Nel 2005 il Consiglio federale ha incaricato l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) di verificare la politica nazionale in materia di alcol. In seguito a questo incarico, e con il coinvolgimento delle varie organizzazioni attive su questo tema, sono stati definiti gli interventi necessari nell’ambito della prevenzione al consumo abusivo di alcol ed è stato elaborato il Programma nazionale Alcol 2008 – 2012 (PNA) che è stato prorogato fino al 2016.
Questo programma descrive gli obiettivi, le strategie della politica sull’alcol e le aree di intervento ponendo l’accento in modo particolare sulle aree di intervento gioventù, violenza, sport e infortuni.
Come sottolineato nella prefazione al PNA, l’alcol non è un normale bene di consumo benché sia, per tradizione, una componente saldamente ancorata nella nostra cultura: bisogna saperlo gestire. La maggior parte della popolazione svizzera lo sa fare, ma c’è anche chi beve troppo, troppo spesso o in situazioni inadeguate. Questi modelli di consumo sono all’origine del più grave problema socio-sanitario svizzero e comportano grandi sofferenze e costi elevati, che bisogna ridurre nell’interesse di tutti.

Alcune cifre


Grazie ai dati disponibili sul sito del Dipartimento della Sanità e della Socialità (che riprendono le indagini effettuate a livello nazionale) possiamo prendere conoscenza del fatto che il consumo eccessivo puntuale di alcol concerne in particolare la fascia d’età 25-34 anni e che nel 2010, in Svizzera, ben il 27% dei ragazzi quindicenni e il 13% delle ragazze quindicenni consumano alcol almeno una volta alla settimana.
Inoltre una recentissima inchiesta sostenuta dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, ha evidenziato che i giovani tra i 19 e i 26 anni bevono durante il fine settimana esattamente il doppio di quanto era stato finora rilevato durante i metodi di rilevamento retrospettivo. In questo caso, con l’aiuto dei cellulari, i giovani partecipanti all’inchiesta segnalavano on line il loro consumo. Nelle 1’441 serate esaminate il consumo medio settimanale era di tre bicchieri (un bicchiere corrisponde a una dose standard, ovvero 2,5 dl di birra, 1 dl di vino e 0,25 di distillato).
Gli uomini hanno bevuto in media cinque dosi il giovedì, sette il venerdì e otto il sabato con una punta massima fino a 28 bicchieri in una serata. Quanto alle donne hanno consumato mediamente 4,5, 5 e 5,5 bicchieri fino a un massimo di 25). In media ogni giorno 6 adolescenti o giovani adulti sono ricoverati in ospedale per intossicazione alcolica. Si stima che ogni anno ci siano circa 2'000 decessi correlati all'alcol. Tra le 250mila e le 300mila persone sono dipendenti dall'alcol. Nel 2003, stando alle stime prudenziali condotte, i costi sociali della dipendenza dall’alcol in Svizzera si attestavano a 6,5 miliardi di franchi l’anno (JEAN- RENAUD et al. 2003)

Piani d'azione cantonali sul consumo di alcolici

Proprio con l’obiettivo di affrontare in modo efficace e coordinato i problemi legati all’alcol la Confederazione ha invitato i Cantoni a realizzare dei piani d’azione cantonali ed organizza regolarmente delle giornate d’incontro e scambio tra i cantoni per creare un legame tra i vari attori nell'ambito di tali attività. Ad oggi i Cantoni che hanno elaborato dei piani d’azione cantonali sul consumo di alcolici sono: San Gallo, Vaud, Appenzello esterno, Zugo e Nidwaldo. A livello nazionale è pure in revisione la legge federale sull’alcol che porterà a dei cambiamenti legislativi, ma che non impedisce ai Cantoni di adottare dei Piani cantonali Alcol sostenuti e incoraggiati proprio dalla Confederazione.

Situazione in Ticino
Il nostro Cantone, da molti anni, è particolarmente attivo nel promuovere e sostenere una politica mirata e coerente sull’alcol. Anche nell’ambito di misure strutturali si è dotato di una legislazione cantonale per meglio proteggere i giovani e combattere gli effetti negativi dell’alcol. Anche nel piano cantonale degli interventi nel campo delle tossicomanie affronta in maniera importante e specifico questo tema con misure e indicazioni chiare, raccomandando anche di concepire, compatibilmente con le indicazioni della Confederazione, un piano cantonale dell’alcol in cui si fissino gli elementi centrali della politica riguardante la protezione della gioventù in questo settore (pubblicità, orari di vendita, limiti di età, ecc.).

Proposta
Visto l’impegno del nostro Cantone su questo tema, consapevoli anche dei cambiamenti legislativi a livello nazionale (vedi revisione legge federale alcol), con lo scopo di meglio coordinare e valorizzare le iniziative già presenti in Ticino con la seguente mozione chiediamo al Consiglio di Stato di dotarsi ufficialmente di un piano d'azione cantonale sul consumo di alcolici che da un lato metta in evidenza quanto fatto in questi anni e dell’altro ponga l’accento sugli obiettivi da realizzare nei prossimi anni. Quali misure d’urgenza chiediamo poi che il Governo proponga a breve di correggere alcune incoerenze purtroppo esistenti nella legislazione cantonale, in modo particolare di introdurre anche in Ticino il divieto di distribuire bevande alcoliche per mezzo di distributori automatici non sorvegliati e di coordinare la legge sanitaria con la legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione, eliminando le contraddizioni esistenti tra le due leggi di riferimento.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)