Cocaina: uno sballo da infarto
Cocaina: uno sballo da infarto
Fa correre il cuore e gli toglie l'ossigeno. Il rischio dopo una «sniffata» aumenta di 24 volte
MILANO - Il cuore e la cocaina non vanno proprio d'accordo. Basta dire che, nella prima ora dopo aver assunto questa droga,
il rischio di avere un infarto del miocardio, anche in una persona perfettamente sana da un punto di vista cardiologico,
aumenta di 24 volte. Circa tra l'un per cento e il sei per cento di tutti quelli che manifestano dolore toracico dopo aver
preso cocaina hanno un infarto in corso, dovuto alla costrizione delle arterie coronarie o a una loro chiusura per trombosi,
anche in seguito al danno che la cocaina provoca alla parete di queste e di altre arterie. Negli Stati Uniti soltanto, ci
sono 64 mila accessi l'anno al Pronto Soccorso in seguito all'uso di cocaina, e oltre la metà di queste persone finisce per
essere ricoverata. Il poco rassicurante quadro proviene da uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Cardiology ad opera
di tre cardiologi del Department of Cardiovascular Diseases di Philadelfia, che portano alla luce in maniera evidente tutti i
rischi che corre chi decide di "sballare" con la cocaina.
SIMPATICO, NO - I possibili danni, comunque, non si limitano al rischio di infarto. «Le complicazioni cardiovascolari
collegate alla cocaina» spiegano gli autori dell'articolo, «comprendono l'ischemia cardiaca acuta e l'infarto, le aritmie, la
morte improvvisa, la miocardite, la cardiomiopatia, le crisi ipertensive, la dissezione e la rottura dell'aorta e
l'endocardite». Infatti, va tenuto presente che la cocaina è un potente farmaco ad azione cosiddetta simpaticomitetica, ma il
nome non deve trarre in inganno, perché in questa azione nulla c'è di simpatico: «simpaticomimetico» vuol dire ad esempio che
provoca nell'organismo una diffusa costrizione delle arterie, un fenomeno che sta appunto alla base dell'aumentato rischio di
infarto e dell'incremento della pressione arteriosa fino al 15 per cento. Ma l'azione simpaticomimetica si traduce anche in
un aumento delle pulsazioni cardiache, così che il cuore viene a trovarsi contemporaneamente ad accelerare, ma avendo meno
ossigeno a disposizione. Inoltre, l'azione lesiva sulla parete interna delle arterie, fa sì che più facilmente si formino dei
trombi, anch'essi possibile causa di infarto, ma anche che si sviluppino infezioni a livello del cuore o lesioni dell'aorta.
Infine, ci sono i rischi causati dalla facilitazione delle aritmie, oltre che dalla diretta azione tossica sulle cellule del
muscolo cardiaco, che può portare a una cardiomiopatia o a una miocardite.
IN PRONTO SOCCORSO - Ecco come gli autori dell'articolo descrivono i sintomi che presenta tipicamente chi arriva in pronto
Soccorso per un effetto secondario cardiovascolare dopo aver assunto cocaina: «I sintomi più comuni sono cardiopolmonari e
includono dolore toracico, dispnea (difficoltà di respirazione) palpitazioni e sincope. L'inizio dei sintomi solitamente si
ha subito dopo l'assunzione, con due terzi dei pazienti che li presentano entro tre ore. Il tempo medio di presentazione in
ospedale è di 18 ore, con alcuni pazienti che si presentano fino a quattro giorni dopo l'assunzione».
CHI E QUANDO - Estremamente diffuso, l'uso di cocaina interessa fino a quasi l'un per cento della popolazione, soprattutto
nei mesi estivi, quando maggiori sono le occasioni di «sballo». L'età più esposta è quella tra i 18 e i 20 anni e i due terzi
degli utilizzatori sono maschi.