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Individuato il profilo del giocatore d’azzardo online

Il gioco d'azzardo su Internet è uno dei settori del commercio elettronico in più rapida crescita, ma il profilo del giocatore d'azzardo su Internet risulta ancora poco chiaro. Uno studio australiano pubblicato sulla rivista Computers in Human Behavior ha esaminato le caratteristiche di questa popolazione considerando il più ampio contesto del gioco d'azzardo su Internet e gli atteggiamenti e le motivazioni sottostanti a tale comportamento. Allo scopo sono stati intervistati attraverso un sondaggio online circa 6700 giocatori australiani, confrontando le caratteristiche dei giocatori online con quelle dei giocatori tradizionali. Gli intervistati erano in prevalenza maschi (86,3%), sposati (46%) e con un lavoro a tempo pieno (59,1%). Più di un terzo ha dichiarato un indebitamento inferiore a 1.000$, e il 70% ha riferito di aver giocato almeno una volta su Internet negli ultimi 12 mesi. L'analisi dei dati raccolti rivela che i giocatori d'azzardo su Internet sono un gruppo eterogeneo anche se, tendenzialmente hanno un reddito alto e un livello di istruzione elevato. Le scommesse sportive e quelle ippiche rappresentano le tipologie di gioco d'azzardo più utilizzate, seguite dai casinò offshore e dal poker online. I giocatori d'azzardo online mostrano un atteggiamento più positivo nei confronti del gioco d'azzardo e risultano più coinvolti, impegnandosi in molte attività di gioco, sia online che offline. Tuttavia, la maggior parte dei giocatori d'azzardo su Internet preferisce la privacy e l'anonimato garantiti dalla rete, oltre alla comodità di poter giocare senza spostarsi da casa. Infatti,  la transizione al gioco d'azzardo su Internet sembra essere trainata principalmente dalla convenienza e dall'accessibilità, in modo simile a quanto si è verificato per altri prodotti e servizi online. Capire l'impatto di questa nuova modalità di gioco sui giocatori esistenti e sui nuovi giocatori è importante per contribuire a un'adeguata regolamentazione di questa attività e per tutelare la salute dei consumatori.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)