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Dipendenza da shopping: quando fare acquisti diventa un problema

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Dipendenza da shopping: quando fare acquisti diventa un problema
Fare shopping è certamente una delle attività preferite dalle donne, tanto che sull'argomento Sophie Kinsella ha scritto diversi libri a cominciare da "I Love Shopping" che molte di voi avranno letto e da cui è stato tratto l'omonimo film. Il libro racconta la storia di Becky, una giovane donna, giornalista e curatrice di una rubrica dal titolo "Far Fortuna Risparmiando", con la passione per lo shopping e descrive in modo divertente e realistico quello che per la protagonista e per molte persone, di solito donne, diventa invece un vero e proprio problema: acquistare oggetti di vario genere senza però averne veramente bisogno, spinte da un impulso che se all'inizio sembra gestibile, ben presto diventa difficile da controllare. Tale forma di disagio è chiamata "dipendenza da shopping" (in inglese shopping addiction).
Le persone che soffrono di dipendenza da shopping, immediatamente prima dell'acquisto di oggetti, riferiscono di sentire dentro di sé un senso di vuoto, che devono in qualche modo assolutamente colmare. Tale senso di vuoto genera in loro l'impulso ad agire, comprando oggetti o beni di cui non hanno, la maggior parte delle volte, assolutamente necessità. Se l'acquisto di oggetti dà, in un primo momento un senso di benessere e appagamento, in seguito genera sentimenti negativi, quali sensi di colpa e vergogna.
La dipendenza da shopping rientra nel gruppo di quelle che sono definite "nuove dipendenze", in cui la dipendenza non è costituita dall'abuso di una sostanza chimica o alcolica, ma da un comportamento che è socialmente accettato (fare acquisti). Quest'ultimo aspetto, rende veramente difficile la diagnosi di questa dipendenza, poiché molte volte non si riesce a distinguere fra l'acquisto normale e l'acquisto patologico. In realtà, ci sono alcuni segnali che dovrebbero fare scattare il "campanello d'allarme": si comprano oggetti che non servono e che, soprattutto, non rientrano nella sfera dei gusti o necessità della persona dipendente da shopping;
- si comprano oggetti al di sopra delle proprie possibilità economiche;
- si comprano oggetti molto simili a quelli che già si possiedono.
Attraverso l'acquisto di oggetti con tali caratteristiche, le persone dipendenti da shopping pensano dunque di avvicinarsi a dei modelli vincenti e illusori che si sono formati nella loro mente. Ossia pensano: "Se voglio essere in un tal modo (o come una certa persona), devo possedere quell'oggetto!". Alla base di tutto ciò c'è dunque un senso di insicurezza e di scarsa autostima, la paura di essere poco desiderabili o attraenti se non si possiedono quegli oggetti che permetterebbero di avvicinarsi a quel modello di vita che piace invece così tanto.
Pertanto, come venirne fuori? Da soli non è facile, per cui se vi riconoscete nelle caratteristiche sopra descritte, se il vostro conto in banco è pericolosamente in rosso, se i vostri famigliari sono preoccupati per voi, perché ogni volta che ritornate a casa, avete ancora una volta acquistato qualcosa che non vi serviva assolutamente, rivolgetevi a uno psicoterapeuta.
Vi aiuterà ad acquisire un maggiore senso di controllo quando sentite l'impulso a comprare e, a poco a poco, diventerete nuovamente capaci di fissare un limite economico alle vostre spese e ad andare in giro per negozi semplicemente per guardare le vetrine e ciò che vi è esposto, enza doverlo necessariamente comprare.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)