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E-cigarettes: attenzione ai potenziali rischi

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ISS: LE E-CIGARETTES NON SONO INNOCUE, NECESSARIO IL RIGORE DELL’OMS
 

sigaretta elettronicaCosì in una nota Walter Ricciardi commenta la posizione dell’Oncologo Umberto Veronesi, che difende l’uso delle sigarette elettroniche, in quanto “meno rischiose delle sigarette tradizionali”.

Il commissario straordinario dell’Iss rimarca la scarsezza di prove scientifiche del fatto che le e-cig aiutino a smettere di fumare e la presenza di sostanze tossiche. In un recente Report l’OMS mette in luce i potenziali rischi di questi dispositivi.

“Le evidenze scientifiche che le e-cig facciano smettere di fumare sono ancora limitatissime”, ha affermato in una nota stampa di ieri Walter Ricciardi, Commissario straordinario del’Istituto Superiore di Sanità (ISS); inoltre “vi è già una buona evidenza scientifica (proveniente anche dagli studi del nostro Istituto Superiore di Sanità) che le e-cig rilascino nell’ambiente emissioni di diverse sostanze tossiche”, prosegue Ricciardi, tra cui “particelle ultrasottili, glicol propilene, nitrosamine tabacco-specifiche, nicotina, composti organici volatili (VOC), carcinogeni e tossine, incluso benzene, piombo, nickel ed altri”.

In tal senso, secondo Ricciardi, “l’indicazione dell’OMS ad evitare l’uso delle e-cig negli spazi chiusi e nei luoghi pubblici è finalizzata proprio a prevenire un’esposizione significativa a queste sostanze”. Dunque, l’ISS “supporta l’approccio rigoroso dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in materia di sigarette elettroniche”, evidenziando i potenziali rischi legati all’uso delle e-cigarettes e la necessità di una rigorosa regolamentazione basata sull’evidenza scientifica. Inoltre, in base ai dati dell’Istituto, “il 25% degli utilizzatori di sigarette elettroniche non ha modificato le sue abitudini (quindi ha incrementato il consumo di nicotina) e il 12% ha iniziato a fumare (prima non era fumatore)”.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.cesda.net/?p=7969


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)