Federvini: Il consumo di bevande alcoliche resta saldamente legato ad uno stile di convivialità e di moderazione
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I dati contenuti nella relazione del Ministero della Salute in materia di alcol e problemi alcol-correlati negli anni 2007-2008, presentata nei giorni scorsi al Parlamento, "dimostrano come il nostro Paese se confrontato col resto degli Stati dell'Unione registra livelli medi di consumo delle bevande alcoliche inferiori alla media europea. Nonostante l'esistenza di comportamenti a rischio che non vanno sottovalutati, il consumo di bevande alcoliche in Italia resta saldamente legato ad uno stile e a una tradizione legata alla convivialità, alla buona tavola e alla moderazione". Lo sottolinea Federvini, che ribadisce l'impegno dell'intero comparto dei produttori di vino e spirits nella divulgazione di quello che è possibile chiamare "Stile mediterraneo" di consumo delle bevande alcoliche. Per Federvini, infatti, è necessario "adottare un approccio positivo che eviti di demonizzare le bevande alcoliche e imponga inutili divieti, spesso facilmente aggirati, come unico modo per evitare il fenomeno dello sballo", un modello educativo "basato più sull'importanza del buon bere che sulle logiche del proibizionismo, che deve però partire dalle famiglie e dalle scuole".
Secondo Federvini i risultati evidenziati dal rapporto del Ministero della Salute dimostrano, inoltre, quanto rilevato dallo studio dell'Ispo, l'Istituto per gli studi sulla pubblica opinione, di Renato Mannheimer, commissionato dalla Federazione sul rapporto tra i giovani e l'alcol, presentato a maggio 2009. In base all'indagine risultava, infatti, che la tendenza ad eccedere con l'alcol tocca una parte minoritaria di popolazione e varia molto al variare dell'età. In Italia, quindi, secondo Federvini, contrariamente a quanto succede negli altri Paesi europei (e cioè in quelli del Nord, Regno unito e Germania) la tendenza ad eccedere con l'alcol riguarda una piccola parte della popolazione. In particolare poi, il "binge drinking", il bere non spesso ma molto, nel nostro Paese è un fenomeno meno frequente e riguarda un segmento molto ristretto di giovani, solo 1 su 10.
Nonostante ciò, Federvini "condivide la necessità di agire, soprattutto nei confronti dei giovani, nella promozione di stili di consumo mediterranei, e cioè moderati, conviviali e ai pasti, tipici della nostra cultura secolare e garanzia di responsabilità e misura".