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Ferrara: prevenire prima di reprimere

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“Senza prevenzione non basta la repressione”

Si è svolto ieri sera nella sala polivalente del grattacielo l’incontro organizzato dal Gruppo Lavoro Sicurezza, che vede uniti Comune di Ferrara, Prefettura e forze dell’ordine nella gestione dei problemi relativi alle zone degradate di Ferrara. Lo scopo era quello di confrontarsi coi cittadini sulla situazione dell’area intorno alla stazione, raccogliendone sfoghi e impressioni, con l’intenzione di trasformare l’incontro in un appuntamento mensile. A guidare la discussione è stata la dirigente della Prefettura Pinuccia Niglio, affiancata dal presidente della Circoscrizione 1 Girolamo Calò e dai rappresentanti delle forze dell’ordine locali. La platea,  a parte un piccolo gruppo di cittadini nigeriani, era formata da una sessantina di residenti italiani.

La Niglio ha iniziato illustrando la collaborazione tra le varie autorità e i provvedimenti che si intendono attuare nel prossimo periodo. La parola d’ordine è prevenzione: dopo un periodo estivo che ha visto un intensificarsi dei controlli e delle procedure di polizia, l’intenzione è quella di studiare assieme al Comune le ordinanze più efficaci per combattere il degrado della zona più a rischio della città. “Questo gruppo si attiva quando ci sono più problematiche legate assieme che influiscono sul degrado, siano esse legate al commercio, alla sicurezza pubblica, all’immigrazione o al sociale. Il progetto era stato deciso prima del terremoto, che ci ha un po’ rallentato, ma si era già deciso di lavorare più intensamente per una situazione che era sotto gli occhi della cittadinanza. E con l’operazione che qualcuno ha definito “di bonifica” partita a luglio volevamo far percepire la volontà di incidere fortemente su una situazione critica, ma sappiamo che senza prevenzione non basta la repressione”.

Ai provvedimenti delle autorità, insieme all’ordinanza anti-prostitute della settimana scorsa, si uniranno quindi nuovi strumenti.  La Niglio ne propone due: un divieto di vendita di alcolici in certe zone, ristretto nel tempo, e un piano per premiare le attività commerciali più “virtuose” della zona, in modo da limitare la ghettizzazione e l’allontanamento dei commercianti. “In tutto questo – specifica – le forze di polizia non lasceranno il territorio, anche se l’operazione bonifica formalmente è finita. Ma dobbiamo avere uno spirito costruttivo e lavorare insieme: i vostri occhi possono vedere cose che a noi sono nascoste”

Diverse le reazioni dei presenti alle dichiarazioni di intenti delle forze dell’ordine. C’è chi chiede maggiore severità verso il degrado, e indica nelle attività gestite da immigrati i punti di ritrovo per la criminalità cittadina, o se non altro luoghi che allontanano i cittadini italiani dalla zona. C’è chi denuncia la situazione dei parchi attorno alle mura e al grattacielo, ormai poco frequentati dai residenti storici . C’è chi critica questi atteggiamenti dichiarando che per fare integrazione non bisogna aver paura degli immigrati ma impegnarsi anche in prima persona a socializzare. Ogni persona vede nel degrado dell’area una causa particolare, anche se un concetto trova l’applauso generale: è indispensabile richiedere maggiore pulizia nelle piazze, sotto i portici e nei giardini da parte di Hera, che molti ritengono insufficiente.

Ma l’argomento più dibattuto è proprio quello legato alle attività commerciali, viste da alcuni come causa e da altri come rimedio al problema della cattiva integrazione. Ai primi ha ribattuto con vigore Calò: “Molti che chiedono la chiusura di queste attività non ci sono mai stati dentro davvero, e ci sono anche delle leggi da rispettare. Non si può far chiudere un locale in regola, e anche per questo adesso il Comune non rilascia più licenze commerciali in quella zona. Ma per i locali esistenti, quando creano problemi, bisogna essere astuti e accorti, e agire sempre all’interno della legalità”. Un monito anche per Giovanni Cavicchi, consigliere delle Lega Nord, che dal pubblico aveva riproposto l’idea delle ronde notturne, incitando poi i cittadini: “Organizzatevi da soli, senza aspettare che vi faccia tutto il Comune o la polizia. Si può anche girare in gruppo e segnalare i problemi all’autorità: se cominciate a farlo avrete più attenzione da parte di tutti”.

Chiudendo la discussione la Niglio ha dato appuntamento a novembre per il prossimo incontro: “Noi speriamo che vada avanti il dialogo con tutti voi. Anche se le autorità hanno più la visione generale dei problemi vorremmo avere queste occasioni per spiegare il nostro lavoro. Ci vedremo tra un mese, quando si vedranno i risultati dell’ultima ordinanza”.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)