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Fiumi di alcol proibito: scoppia la bufera sui market stranieri

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Fiumi di alcol proibito: scoppia la bufera sui market stranieri

In zona Bellariva e Miramare l’abusivismo dilaga. Soprattutto tra i mini market di extracomunitari che non rispettano le regole imposte dal Comune di Rimini sulla vendita dell’alcol dopo le 23. A denunciarlo sono i commercianti riminesi della zona. E a confermarlo basta poco: se si chiede alcol dopo l’orario consentito, si riesce ad averlo senza problemi.
Il mancato rispetto della legge era stato segnalato all’amministrazione e alla polizia municipale qualche mese fa con un esposto sottoscritto da ventidue esercizi commerciali di Bellariva (bar, pizzerie, hotel, gelaterie, supermercati ed edicole).

«QUESTI negozi gestiti principalmente da bengalesi e cingalesi — dicono i commercianti in coro — rimangono aperti fino a tarda notte e non rispettano la legge, vendendo birre e altri alcolici, in bottiglie di vetro, anche oltre la mezzanotte. Le nostre attività chiudono prima e loro fanno festa grande nel frattempo. In passato alcuni di noi sono stati anche multati: per questo chiediamo un trattamento paritario. Questo loro comportamento ci danneggia, oltre che economicamente, vista la concorrenza sleale, anche moralmente. Veniamo derisi dai clienti, soprattutto stranieri, solo perchè siamo ligi all’osservanza della legge».
Come affermano Ofelia e Guido Pari di Pa.Co Alimentari, il Comune ha eseguito i verbali:«Ma poi che fine fanno? A qualche metro da noi questi supermercati aprono e chiudono anche nel giro di pochi mesi. I proprietari cambiano e i verbali saltano. Purtroppo i vigili in servizio notturno sono sempre di meno e di conseguenza questa gente è libera di fare quello che vuole. Abbiamo anche invitato l’amministrazione a trovare nuove strategie per far rispettare la legge anche ai colleghi stranieri. Dopo la prima multa salata, se sei recidivo, bisognerebbe avere un’ordinanza che imponga il ritiro della licenza».
E Bruno Pompili del market Giuma afferma: «Dopo mezzanotte qua a Miramare è un dramma. Noi quando è la lancetta dell’orologio segna mezzanotte e mezza chiudiamo. Abbiamo cartelli informativi sparsi in tutto il supermercato che spiegano da che ora è vietato vendere l’alcol. Gli altri market di stranieri, invece, restano aperti anche fino alle tre del mattino».

A POCHI metri dai negozi dei riminesi troviamo due market gestiti da bengalesi: uno aperto da poche settimane e ancora privo di insegna e un altro attivo dal 2010. «Io sono solo un dipendente — afferma un giovane del primo negozio — e parlo poco l’italiano. Noi a mezzanotte non vediamo più alcol. Conosciamo la legge. Chiudiamo a mezzanotte e mezza». E il suo ‘collega’ del market vicino gli fa eco: «Abbiamo continui controlli da parte della polizia, così è dura. L’anno scorso mi hanno fatto 13mila euro di multa per aver venduto alcol dopo mezzanotte. Con oltre 2mila euro di affitto, più il pagamento delle utenze e delle tasse, una famiglia a casa e dei dipendenti, è difficile arrivare a fine mese. Ma il divieto di vendita si rispetta. A volte mandiamo via i clienti che vogliono alcol dopo l’orario consentito» .
Peccato, però, che solo cinque ore dopo l’intervista, in entrambi gli esercizi commerciali visitati, siano state vendute proprio a noi, due bottiglie di vodka (superalcolici in bottiglia di vetro) dopo l’una di notte.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)