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Francia, il governo tassa la Coca Cola

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Francia, il governo tassa la Coca Cola

Che esista una tassa sulle sigarette e sugli alcolici è una cosa risaputa. Ma nessuno, almeno fino ad ora, era mai riuscito a imporre una

tassa anche sulle bibite gassate, in primis sulla Coca Cola.
A prendere il drastico provvedimento è stato il governo francese guidato da Nicolas Sarkozy: all'interno della manovra economica varata per

ridurre il deficit, infatti, è contenuta anche una misura di aumento dell'imposizione fiscale di Coca Cola, Fanta, Pepsi, Sprite, Orangina e

tutte le «bevande gassate a zucchero aggiunto». Salvi dunque, i succhi di frutta e le bevande senza zucchero come la Coca Light o Zero.
Come ha spiegato il primo ministro François Fillon, si tratterebbe di una «tassa anti-obesità », inserita con l'obiettivo di scoraggiare i

cittadini francesi a consumare le bevande zuccherate che possono favorire l'aumento del peso. «Nel 1997 erano obesi l'8,5% dei francesi, oggi siamo al 15% - ha spiegato Fillon -. L'aumento del prezzo di queste bevande può spingere i cittadini a ridurre il loro consumo».
Ma non tutti i cittadini francesi hanno gradito la notizia: secondo molti, infatti, più che un modo per contrastare davvero l'obesità, questa

nuova tassa sarebbe un espediente per portare fondi nelle casse dello Stato. In pratica, infatti, l'imposta influirà sul prezzo di una

lattina di solo un centesimo.
Il capo della Coca Cola Enterprise, Tristan Farabet, è ovviamente contrario alla decisione del governo e sostiene che «le ragioni di salute

pubblica non reggono. Non è così che si affronta seriamente la questione dell'eccesso di peso».
Anche Anne-Sophie Jolie, presidente del Colletivo nazionale delle associazioni degli obesi, non è convinta dell'utilità sanitaria della

decisione: «Se l'obiettivo è combattere l'obesità, la tassa non serve a niente. Porterà un po' di soldi allo stato, questo sì».

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)