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Gioco d'azzardo patologico: analisi del fenomeno

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Gioco d’azzardo patologico

Quando il gioco diventa una dipendenza si innescano comportamenti ossessivi, per cui in ogni momento della giornata si cerca di tentare la fortuna, spendendo grosse cifre di denaro, ricercando ossessivamente una vincita. Il giocatore patologico arriva a giocarsi tutto, mettendo a repentaglio la propria famiglia e la propria vita e prova dei veri e propri sintomi di astinenza così come un tossicodipendente in assenza della sua dose. Non tutti i giocatori d’azzardo sviluppano una dipendenza dal gioco, infatti per poter parlare di giocatore compulsivo si deve delineare una graduale perdita della capacità di autolimitare il proprio comportamento di gioco, che porta ad assorbire sempre più tempo nell’arco della giornata, determinando problemi gravi in vari ambiti della propria vita, quello familiare, quello sociale e quello lavorativo. La differenza sostanziale tra il “vizio del gioco” e il “gioco patologico” consiste nella perdita di controllo sul proprio comportamento. Mentre nel giocatore abituale il comportamento è volontario e può essere controllato e interrotto dal soggetto, il giocatore patologico tenta invano di controllare e di ridurre il proprio comportamento di gioco e tali tentativi determinano stati di ansia e irritabilità. Il giocatore patologico tende a mentire sul proprio comportamento di gioco e a giustificare razionalmente le proprie scelte, per cui se perde, giustifica il suo accanimento nei confronti del gioco come un tentativo per riuscire a recuperare i soldi persi, se invece vince giustifica il suo gioco insistente, affermando che deve approfittare del suo giorno fortunato. Nel giocatore patologico si riscontrano sia sintomi di tolleranza, caratterizzati dal bisogno di aumentare la quantità di tempo da dedicare al gioco, sia sintomi di astinenza, caratterizzati da ansia e irritabilità se il gioco viene interrotto. Oggi, con la possibilità di giocare on line, è diventato ancora più facile, per un giocatore compulsivo, dedicarsi al gioco in ogni momento della giornata, senza farsi notare da parenti e amici. Il giocatore patologico trae emozioni forti di eccitamento e di euforia nel momento in cui aumenta sempre di più la posta in gioco.
Quando il dipendente si lascia travolgere dal gioco prova un forte piacere, paragonabile ad una sbornia, in cui lo stato di coscienza appare particolarmente alterato. Proprio per questo motivo, il tentativo di rinunciare al gioco suscita un forte stato di malessere, caratterizzato da ansia e irritabilità. Gli studiosi hanno individuato una successione di fasi per descrivere l’evoluzione del gioco d’azzardo patologico. La prima fase è quella “vincente”, caratterizzata dal gioco occasionale e dalle vincite iniziali. Il piacere provato in questa fase spinge il soggetto ad utilizzare il gioco come rimedio alla depressione, all’ansia e a tutte le difficoltà della vita. Si passa, a questo punto, alla fase “perdente”, in cui il gioco diventa solitario e il soggetto investe sempre maggiore denaro e tempo, aumentando così le perdite.
In questa fase il giocatore inizia a mentire a parenti e amici per nascondere la sua ossessione nei confronti del gioco. Il soggetto non riesce a smettere di giocare e iniziano a comparire i sintomi della dipendenza. La fase successiva è quella della disperazione, in cui aumentano il tempo e il denaro dedicati al gioco, il soggetto si isola sempre più e per far fronte ai debiti di gioco mette in atto azioni illegali, rischiando arresti, divorzi e perdita del lavoro. Per liberarsi da questa dipendenza, come per tutti i tipi di dipendenze, è necessario, prima di tutto, che il soggetto si renda consapevole del fatto di essere malato e che sia fortemente motivato a superare il problema, richiedendo l’aiuto di professionisti esperti.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)