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Gravidanza e tabagismo: considerazioni

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Fumo in gravidanza, causa malattie e predispone al vizio

Che fumare faccia male alla salute è noto.
E in gravidanza ancor di più perché fa male alla salute del nascituro in quanto determina un maggiore rischio di aborto,

parto prematuro, basso peso alla nascita del bambino e morte improvvisa del lattante, oltre che la possibilità che il bambino

abbia l'asma e possa ammalarsi di tumore durante l'infanzia.
E i rischi non finiscono qui, pare anche che i figli di donne che hanno fumato in gravidanza siano più propensi ad avere lo

stesso vizio da adolescenti. Ad affermarlo sono i ricercatori dell'Academy of Finland di Helsinki, in Finlandia, secondo i

quali l'esposizione prenatale alla nicotina potrebbe rendere i ragazzi più inclini a fumare in giovane età e, inoltre,

maggiormente predisposti alla dipendenza da sigarette in caso di stress. Per dimostrarlo gli scienziati hanno somministrato

piccole dosi di nicotina ad alcune femmine di topo incinta.
Hanno poi esaminato il comportamento della prole, all'età equiparabile all'adolescenza negli umani, verificando che, rispetto

al gruppo di controllo, i topolini avevano sviluppato la tendenza ad assumere la sostanza di propria volontà. Gli esperti

hanno anche verificato che con l'uso concomitante di nicotina e di alcuni oppioidi, nei roditori, i recettori attivati dalle

diverse sostanze si legano tra loro. Questo, secondo gli studiosi, potrebbe da una parte spiegare il motivo per cui spesso

queste sostanze vengono assunte in contemporanea e, dall'altra, potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci in grado di

combattere entrambe le dipendenze.
Per quanto riguarda il rischio di aborto invece, esso si instaura perché la nicotina e il monossido di carbonio assorbiti

dalla madre provocano una riduzione dell'irrorazione dell'utero e della placenta, che comporta una diminuzione dell'apporto

di ossigeno nella circolazione della donna e del bambino.
A riportare l'attenzione su questo tema è uno studio retrospettivo giapponese, pubblicato su Human Reproduction, che ha

tenuto sotto osservazione 1300 donne che avevano già avuto una precedente gravidanza. I ricercatori sono giunti alla

conclusione che per le donne che anche nei primi mesi di gravidanza fumano molto il rischio di aborto spontaneo nel primo

trimestre è due volte maggiore rispetto a quello riscontrato nelle non-fumatrici.
Alle stesse conclusioni era arrivato uno studio pubblicato su Pediatrics nel 2008 e condotto dai ricercatori delle Università

dell'Arkansas, dell'Iowa e dello Utah in collaborazione con il National Centre on Birth Defects and Developmental

Disabilities di Atlanta, sulla relazione tra fumo materno e difetti cardiaci neonatali.
Gli studiosi hanno confrontato un gruppo di 3067 lattanti con difetti cardiaci congeniti con un gruppo di 3947 lattanti che

non presentavano questa patologia, chiedendo alle madri di ambedue i gruppi se avevano fumato nel periodo che andava da un

mese prima della gravidanza fino alla fine del primo trimestre.
I risultati della ricerca mostravano che i bambini con difetti cardiaci congeniti erano anche quelli che, più frequentemente,

erano nati prematuri e avevano basso peso alla nascita. D'altra parte, ancora secondo lo studio, le donne che avevano fumato

da un mese prima alla fine del primo trimestre di gravidanza avevano una maggiore probabilità di avere un figlio con difetti

del setto cardiaco e difetti ostruttivi del lato destro, tanto maggiore quanto più avevano fumato in quel periodo. Questa

associazione non veniva influenzata da altri fattori come l'assunzione di vitamine, l'età materna, il consumo di alcool o

l'appartenenza a determinate razze o etnie.