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HIV: un modello animale utile per lo studio dell'ingresso del virus in organismi viventi

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HIV: un modello animale utile per lo studio dell'ingresso del virus in organismi viventi

L'HIV-1, il fattore scatenante dell'Aids, rappresenta una enorme sfida a livello globale, tanto che lo sviluppo di un vaccino che sia davvero efficace contro questo virus, è diventato di primaria importanza. I progressi in questo settore sono stati tuttavia ostacolati, in parte, dalla scarsa disponibilità di modelli animali, che utilizzano animali di piccola taglia, per testare i meccanismi di ingresso dell'HIV. I modelli animali attualmente disponibili, infatti, includono primati non umani e topi umanizzati con immunodeficienza, nessuno dei quali è facilmente assoggettabile a modificazioni genetiche.  Alcuni virus patogeni hanno un campo ristretto di ospiti, uno di questi è proprio il virus dell'HIV, il cui ingresso nelle cellule bersaglio è mediato dal legame con il CD4 umano e conseguentemente con un co-recettore come il CCR5 umano (hCCR5), il quale è di particolare interesse perché sembra essere il co-recettore principale utilizzato per la trasmissione.
Uno studio, realizzato negli Stati Uniti, ha utilizzato un modello animale basato su topi umanizzati, nei quali cioè sono presenti i corecettori hCCR5 e hCD4 e il gene reporter codificante per la luciferasi, che consente una rapida quantificazione dell'ingresso dell'HIV. Un modello utile perché consente di seguire e misurare l'ingresso dello pesudovirus dell'HIV e la protezione mediata dagli anticorpi contro l'infezione inziale, in vivo.
Dall'analisi dei dati raccolti, gli autori dello studio concludono constatando che questo modello animale risulta utile perché permetterebbe di analizzare il meccanismo di ingresso del virus in organismi viventi, nei quali possono dunque essere misurati gli effetti degli anticorpi e la biodisponibilità.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)