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Interazione tra cocaina e alcol: effetti sulla guida

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"Cocaina-alcol, effetto esponenziale, al volante ci si sente invulnerabili"

Lo si potrebbe definire delirio di onnipotenza, sensazione di immortalità. E' l'effetto, in generale, delle sostanze stimolanti-eccitanti, e in particolare della cocaina, che è stata rilevata nell'organismo di Juri Capparelli, il 19enne che era alla guida della Micra, nell'incidente che ieri mattina, a Civitavecchia, è costato la vita a quattro suoi coteanei, e di cui è l'unico sopravvissuto. Ne parla Edoardo Polidori, direttore del Sert, il Servizio per le tossicodipendenze, di Forlì, una grande esperienza di conseguenze di stupefacenti e alcol sulla guida. Tra i giovanissimi e non solo

Dottor Polidori, che cosa accade a chi guida sotto gli effetti della cocaina?
"Quello che succede a chiunque assuma un potente stimolante: si è colti da un eccesso di sicurezza, di controllo, accoppiato 'sono io che gestisco la velocità, che tengo la macchina'. Quindi, sopravvalutazione di sé, e simultaneamente sottovalutazione del pericolo. Ma quel che è peggio è che raramente queste sostanze quasi mai entrano nell'organismo da sole..."

Gli esami sul 19enne di Civitavecchia hanno escluso altre sostanze stupefacenti...
"Ma non l'alcol. Io non ho gli esami di quel caso, ma difficilmente, nelle situazioni 'del sabato notte', chi prende cocaina non ha anche bevuto. E il mix genera nell'organismo una sostanza intermedia, il cocaetilene, che prolunga gli effetti della droga, i cui effetti, normalmente, svaniscono molto prima rispetto all'etanolo (siamo nell'ordine della mezz'ora-due ore, a seconda che la coca venga fumata e iniettata anziché sniffata, contro le diverse ore dell'alcol). Inoltre, si ha una sovrapposizione di effetti, perché l'eccitazione tipica della sostanza stimolante, una volta svanita, lascia la sonnolenza tipica dell'etanolo. Ribadisco, l'effetto dei mix di sostanze è devastante, molto più della somma di quelli delle singole, prese una ad una: per intendersi, se la cocaina ha un effetto pari a uno, e l'alcol anche, uno più uno fa cinque".

Che fare, allora, contro le "stragi del sabato sera"?
"Innanzitutto bisogna sicuramente aumentare i controlli, tuttora relativamente pochi - basta confrontare con altri Paesi europei. Ma vorrei dire una cosa..."

Prego.
Io tutti i lunedì faccio parte della commissione patenti in città (certifica l'idoneità alla guida di chi ha usato alcol o sostanze illegali, n.d.r.). Alle persone che esamino chiedo spesso quante volte sono state fermate e quando... In genere accade il venerdì notte, il sabato notte, qualcuno la domenica notte... Poi basta, nel resto della settimana sembra che gli strumenti spariscano".

Che cosa c'è di scorretto?
"Beh, noi parialmo tanto di giovanissimi. In realtà le persone che vedo di più in commissione patenti sono sulla trentina... E soprattutto vedo gente che ha le patenti da mezzi di trasporto pesanti, la C, la D, la E... E a tutti loro rivolgo la stessa domanda, ottenendo la stessa risposta: sono stati fermati nel weekend con l'automobile, mai al giovedì mattina con l'autosnodato. Insomma, non c'è solo il mondo dei giovanissimi e delle stragi del sabato sera, ma anche quello degli adulti che bevono o assumono stupefacenti in qualunque momento della settimana, mettendo poi in atto comportamenti a rischio".

Come si può evitare, prevenire tutto questo?
"Serve più cultura. Si pensa che prevenzione si possa tradurre banalemente in informazione. Non cosi, è vero che l'informazione deve esserci, ma non basta. Occorre trasmettere una cultura sociale, una cultura di responsabilità nei confronti del rischio, sia tra i giovani che tra gli adulti, sia tra i frequentatori che tra gli organizzatori del 'mondo della notte'".

Esempi?
"Si pensi solo al concetto del 'prendi 2 paghi uno': cosa insegna a un adolescente, se non il concetto che è sempre positivo andare un po' oltre? Già se fosse impostato come 'prendi uno paghi mezzo' avrebbe tutt'altra valenza. O il lavarsi le mani, il continuare a servire alcolici a chi è già palesemente 'fuori' solo per evitare rogne, per soddisfare il cliente... Intendiamoci, rispetto al passato qualcosa si sta facendo. Si vedono locali che hanno installato all'uscita dei misuratori di test alcolemico..."

Bisognerebbe incentivare chi lo fa...
"...e magari rivedere la politica dei trasporti pubblici notturni. Ma è una sfida anche per noi dei Sert, che dovremmo ripensare la nostra presenza nei luoghi ad alta frequentazione giovanile. Sulle droghe, ad esempio, esistono due estremi, che sono due enormi stupidaggini: l'uno dice che dallo spinello all'eroina è automatico, l'altro dice che farsi una canna non è niente. In mezzo ai due opposti, c'è un universo sconosciuto, su cui occorre sviluppare la conoscenza. Ancora, i genitori hanno sempre in mente l'equazione droga uguale disagio. In realtà l'equivalenza è tra disagio e tossicodipendenza: ma alla droga ci si accosta per provare piacere, i ragazzi morti l'altra notte andavano a divertirsi. Ma soprattutto, bisogna educare alla responsabilità".

Come si può ottenere questo risultato?
"Tra i giovani, penso ad esempio alla campagna inglese sul 'guidatore responsabile': si va in gruppo in discoteca, a turno uno non beve e porta gli altri a casa. Una bella iniziativa. Ma in generale, è il singolo che va educato a non salire in auto con l'amico o con il fidanzato che hanno bevuto. La cultura dominante spinge a dire 'massi', tanto non succede nulla...'. In un'auto con cinque persone a bordo la responsabilità è di chi guida, ma anche gli altri devono saper tenere le antenne dritte".

Un suo punto di vista sull'attendibilità dei test sull'uso di sostanze stupefacenti rispetto alla guida?
"C'è la nota controversia per cui gli esami attuali non consentono di appurare se la sostanza sia stata assunta un'ora o una settimana prima dell'incidente: per cui, si può obiettare che se, ad esempio gli effetti di una sniffata di cocaina durano 3 ore, io 5 giorni dopo vengo sorpreso positivo, ormai le conseguenze della sniffata sono svaniti. Però si può anche sostenere che, ad esempio, se io sono un autotrasportatore, preferisco non lasciare un mio camion a una persona che usa droghe, indipendentemente da quando lo faccia... O per tutti si può dire che, in assenza a tutt'oggi, di esami che diano un'indicazione certa sulle conseguenze sulla guida, nel medio e lungo termine, dell'assunzione di droghe, è ragionevole adottare la soluzione più prudente".

E sull'imminente abbassamento della soglia del tasso alcolemico massimo ammesso alla guida, da 0,5 a 0,2 grammi per litro (ma c'è anche l'ipotesi di "opzione zero")?
"Mi trova favorevole. In assoluto andrebbe portato a zero, diciamo che lo 0,2 ha un senso, per evitare certi falsi positivi "estremi", che so, quello di chi mangia il classico cioccolatino al liquore. Entrambe le soluzioni, in ogni caso, centrano l'obiettivo di modificare radicalmente la prospettiva: con lo 0,5, si è portati a pensare in termini di 'quanto posso bere per non essere sanzionabile?', con valori più bassi si è costretti a mettersi nell'ordine di idee del 'meglio che non beva'. Ecco, questa è educazione alla responsabilità".

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)