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L'alcol è un ansiolitico e/o un antidepressivo?

L'alcol è un ansiolitico e/o un antidepressivo?

Innanzitutto un'osservazione: l'ansia e la depressione sono da 1.5 a 2 volte più frequenti negli alcolisti che nella popolazione non-alcolista.

L'associazione ansia-depressione-alcolismo è abbastanza frequente: dal 15 al 30%.
Nella maggior parte dei casi, l'eccessivo consumo di alcol e la dipendenza appaiono prima della vera sindrome d'ansia e della vera depressione: si parla di

alcolismo primario. Quando avviene l'inverso, l'alcolismo è secondario, cioè fa la sua comparsa dopo i problemi di umore. Infatti i pazienti sperimentano,

come chiunque altro, gli effetti iniziali di riduzione dell'inibizione, di stimolazione e di sedazione dovuti all'assunzione di alcol. Dove c'è ansia o

depressione, si possono ricercare tali effetti come una sorta di auto-medicazione. Ma gli effetti farmacologici dell'alcol si invertono con l'abuso cronico,

a causa del progressivo adattamento del sistema nervoso centrale. Così i soggetti con una dipendenza primaria talvolta sviluppano ansia e depressione

secondarie e il ricorso all'alcol è non solo inefficace ma può aggravare le sindromi primarie. Questo è un vero e proprio circolo vizioso.
Solo l'astinenza potrà progressivamente trasformare tale situazione in circolo virtuoso, ripristinando le condizioni preesistenti e mettendo in grado i

pazienti di curare le eventuali alterazioni psichiche primarie.
Un fatto interessante è che nella psicosi maniaco-depressiva, caratterizzata da periodi di euforia (mania) seguiti da depressione, l'assunzione di alcol è

minore durante la fase depressiva della malattia.
Si deve ricordare inoltre che gli alcolisti tendono a minimizzare o ridicolizzare la loro dipendenza, preferendo avere un problema mentale come ansia o

depressione che comporta una minore colpa nella nostra cultura, sebbene tale attitudine stia cambiando.
In pratica ribadiamo che il miglior ansiolitico e antidepressivo nel lungo termine per le persone alcol-dipendenti è l'astinenza. Gli ansiolitici sedativi

vengono prescritti solo durante la sindrome d'astinenza, in dosi decrescenti per circa 2 settimane, per evitare di sostituire una forma di dipendenza con

un'altra. Nel 90% dei pazienti un mese di astinenza ristabilirà l'umore normale. Solo in pazienti che ancora mostrano segni di ansia o depressione, o che

sviluppano una "depressione post-astinenziale" (10%), seguirà la prescrizione appropriata di farmaci psicotropi per evitare la ricaduta.