'La Residenzialita' alcologica: creativita' nella cura e riabilitazione': i risultati proposti al convegno
'La Residenzialita' alcologica: creativita' nella cura e riabilitazione': i risultati proposti al convegno
Maschio, spesso proveniente da situazioni di abuso, con alle spalle molti anni di dipendenza dall'alcol e, non di rado, anche
da altre sostanze, portatore di malattie croniche come cirrosi o epatite: e' l'identikit del degente tipo presso un Servizio
residenziale alcologico secondo uno studio dell'Universita' Bicocca di Milano i cui risultati saranno discussi domani e il 2
ottobre a Senigallia nell'ambito del Convegno 'La Residenzialita' alcologica: creativita' nella cura e riabilitazione',
organizzato dall'Associazione Corral (Coordinamento delle riabilitazioni residenziali alcologiche) e dalla Casa di Cura Villa
Silvia con il patrocinio di Regione Marche, Provincia di Ancona e Comune di Senigallia.
La riabilitazione alcologica in regime di residenzialita' breve e' una modalita' di trattamento ormai discretamente diffusa
in Italia ma ancora poco conosciuta e studiata e il convegno vuole essere un momento di confronto tra gli operatori delle
residenzialita', gli esperti, gli altri servizi, le istituzioni, i media e la cittadinanza, volto a far si' che
quest'opportunita' terapeutica venga riconosciuta, a pieno titolo e con modalita' di accesso condivise, tra le risorse
presenti sul territorio per il percorso riabilitativo alcologico.
Circa due terzi del campione analizzato dallo studio (un migliaio di pazienti) sono maschi, a conferma di una prevalenza di
genere confermata, con percentuali diverse, da tutte le indagini epidemiologiche. Il 98,34% dei pazienti in trattamento
residenziale proviene da una situazione di abuso o dipendenza da alcol, la cui frequenza e' nel 59,5% dei casi superiore ai
10 anni (24,5% da 5 a 10 anni, 16% fino a 5 anni): per il 30,1% tale problematica si associa ad altri usi, abusi, dipendenze
o comportamenti patologici, la meta' ha una 'doppia diagnosi' (dipendenza e problematiche psichiche). Due terzi dei soggetti
presentano altre patologie conclamate che nel 42,8% dei casi riguardano cirrosi ed epatiti. Il 56,3% dei pazienti e' al suo
primo ricovero e circa il 39% e' stato inviato alla struttura da un Sert: segue il 16,9% indirizzato da medici, il 15,4 da
servizi alcologici e il 6,7 da conoscenti, seguiti da servizi psichiatrici, poi familiari, ospedali, gruppi di auto-aiuto.
''Quattro gli obiettivi della riabilitazione - spiegano gli esperti -: mantenimento della sobrieta' del soggetto,
focalizzazione dei problemi psico-fisici e relazionali alcol-correlati (impossibile in regime ambulatoriale), supporti
farmacologici e psicologici per affrontare la dipendenza, costruzione di un programma post-residenziale concordato con il
paziente e con gli altri attori (SER.D, Servizi psichiatrici e sociali, gruppi di auto-aiuto, medici, famiglia cui viene
dedicato un programma specifico)''.
Lo standard di successo di queste strutture sfiora l'87,6% di percorsi ultimati, con una minoranza dunque ristretta di auto
dimissioni, complicanze o altro. Nel 44,3% dei casi la struttura cui il paziente viene indirizzato per il prosieguo del
programma e' il Sert, seguito da servizi alcologici (18,7%), medico di base o specialista (12,4%) e psichiatri (4,6%).