Lazio: 150mila schiavi della bottiglia
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Allarmante la situazione regionale dipinta nel convegno "Alcol Sos: Est -Ovest". Emergenza tra i giovani: la prima sbronza a 11-12 anni.
Bevute di branco concentrate nel weekend tra happy hour, aperitivi e discoteca. Nel Lazio, su 650 mila persone con problemi di alcol (di cui 150 mila dipendenti), i più a rischio sono i minorenni. A puntare i riflettori su un fenomeno "sempre più preoccupante", il primo convegno del tavolo 'Alcol Sos: est-ovest' aperto anche ad alcune studentesse della Capitale. Adolescenti normali che hanno testimoniato come sia "normale nel week-end bere due birre al pub, due shottini" di superalcolico, "basta che, poi, qualcuno ti accompagni a casa". Secondo il responsabile del centro di riferimento sulle dipendenze da alcol della Regione Lazio Mauro Ceccanti "in questi anni il consumo di alcol è andato sempre aumentando tra i ragazzi. Il problema non è quanto bevono (e possono bere tantissimo) ma la modalità 'anglosassone' con cui bevono: al pomeriggio con gli happy hour, poi l'aperitivo, la cena, il post-cena, la discoteca. C'è una scaletta - spiega - che introduce al bere nelle varie ore della giornata e il vero dramma è che i minori non hanno nè coscienza nè conoscenza". "L'età della prima birra e della prima ubriacatura è scesa a 11-12 anni - afferma la responsabile scientifica dalla Fispa (Fondazione Italiana Silvestrelli per l'Alcolismo) Iris Azzimonti -, le bevute dei ragazzi dai 12 ai 16 anni sono 'di branco' e si concentrano nel fine settimana. Questi adolescenti, che stimiamo essere il 40% del totale dell'intera regione, ormai vedono il bere come la normalità e non hanno coscienza di quanto l'alcool possa danneggiare il loro sviluppo sia fisico che della personalità. E questo li mette doppiamente in pericolo". E a confermare parzialmente le paure di medici e educatori c'è la testimonianza dei diretti interessati. "Nel week-end è normale farsi un paio di birre al pub, un paio di shottini -sostiene Ilaria, studentessa 'modello' di un liceo linguistico romano al termine dell'incontro -, il problema è chi ti riaccompagna a casa, chi guida la macchina, gli alcol-test". "Noi beviamo solo il sabato, non esageriamo, ma conosciamo tanti ragazzi che lo fanno - aggiunge una compagna di classe - come un nostro compagno che qualche tempo fa è andato in coma etilico". "Oppure - le fa eco Sara, una terza studentessa - come tutti quei ragazzi che di notte che si vedono stesi per terra per le strade di Frascati. Ma è perchè lì ci sono tanti pub". Il Centro di riferimento alcologico della regione Lazio (Crarl) chiede ai candidati alla presidenza, soprattutto a Emma Bonino e a Renata Polverini, di attuare quanto stabilito dalla legge quadro 125/2001 in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati "come assicurato nel loro programma elettorale", ha detto Mauro Ceccanti, responsabile del Crarl, a margine del convegno "Alcool sos: est-ovest" che si è tenuto giovedì scorso a Roma nella sede della Regione Lazio. "Chiediamo inoltre il rispetto del patto nazionale per la salute in relazione al contrasto al consumo di alcol negli adolescenti, fenomeno in crescita e sempre più preoccupante perchè i giovani non si rendono conto dei problemi che corrono - ne abusano, bevono o si ubriacano solo per divertirsi di più - e maggiore sostegno alle strutture dedicate al recupero e alla prevenzione dell'alcolismo, ha aggiunto infine Ceccanti. Un appello che è stato subito raccolto dall'on.Lorenzin, portavoce della candidata Renata Polverini