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Gioco d’azzardo, i rischi della dipendenza

Scommettiamo che per l’illusione di vincere il futuro ti giochi il presente?, ovvero una serata dedicata al gioco d’azzardo. Questa è l’iniziativa del comune di Mori, in collaborazione con l’associazione A.m.a. (Auto mutuo Aiuto) e l’Azienda provinciale per i servizi sanitari. Questa sera alle 20.30, all’auditorium comunale in viaScuole 7, si parlerà della malattia del gioco, insieme a Stefano Bertoldi e Marialusia Grech, medico psichiatra del Ser.T. Il problema del gioco è molto diffuso sul territorio del Trentino, che si classifica al sesto posto assoluto come quantitativo di denaro giocato legalmente: 1 miliardo e 200 mila euro l’anno, circa 1600 euro annuali a persona. Le tipologie di gioco cambiano in base all’età dei giocatori. I più giovani giocano on line e sono meno controllabili, mentre gli adulti e i pensionati vanno al bar, al tabacchino o alle sale gioco dedicate. Negli ultimi anni sono aumentate le donne giocatrici, ma sono gli uomini a detenere il primato.

Il confine tra gioco e dipendenza è sottile; si gioca per passare il tempo, nel proprio tempo libero, per vedere se si riesce a vincere qualcosa. Ovviamente si perde (è una questione matematico-statistica) e allora può iniziare la malattia se si gioca nuovamente per recuperare la somma persa. Sono più soggette le persone con tanto tempo libero: pensionati, lavoratori in cassa integrazioni o lavoratori che effettuano i turni. Molte persone sono malate di gioco e non se ne rendono conto. E’ una dipendenza senza sostanza. A lungo andare si possono allontanare gli affetti e il lavoro dalla propria vita, per lasciare spazio solo al gioco d’azzardo. Nel 2011 sono stati spesi 80 miliardi di euro

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)