Niente alcol ai minori, tolleranza zero con chi non rispetta la legge
Niente alcol ai minori, tolleranza zero con chi non rispetta la legge
L'ALTRA sera ascoltavo una emittente radiofonica privata che trasmeteva da una discoteca. I ragazzini si alternavano al microfono e molti di essi, minorenni, dichiaravano di bere spesso e smodatamente. Se bevono significa che qualche esercente vende loro alcolici. Ma allora mi chiedo a cosa servono le campagne di educazione a scuola e in famiglia se poi i locali non rispettano la legge che vieta la vendita di alcolici ai minori di 16 anni.
Pietro Ferraresi, Reggio Emilia
Risponde Pierluigi Visci, direttore di Qn e il Resto del Carlino
I MINORENNI che bevono alcolici è diventato un problema che si allarga anzichè diminuire, nonostante l'impegno massiccio delle istituzioni e delle famiglie. Che fare? Certo non bisogna abbassare la guardia, anzi bisogna aumentare la soglia dell'impegno a 360 gradi. Non facciamo però di ogni erba un fascio quando si parla dei proprietari dei locali. Accanto a tanti esercenti che se ne infischiano, e pur di incassare qualche euro in più servono da bere alcolici ai minorenni sfidando la legge, ce ne sono tanti altri che invece osservano le regole.
A Bologna il presidente della federazione pubblici esercizi aderente all'Ascom ha lanciato un appello ai suoi colleghi (ne rappresenta 500) affinchè rispettino la legge. E chiede la tolleranza zero: chi sbaglia deve pagare senza sconti. Dunque una campagna di sensibilizzazione e di onestà davanti alla quale bisogna togliersi il cappello. E che va sostenuta.