Padova: degrado, alcol a fiumi e droga
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PADOVA. Il fine settimana padovano per i trentenni e gli universitari è sempre più a base di alcol, droga e a volte anche di sesso a pagamento. Lo sballo continua soprattutto nelle case e nei locali del centro storico. La scorsa notte, appena passata l'una, i carabinieri della stazione di Prato della Valle hanno arrestato il tunisino irregolare di 19 anni Hacremi Marowen mentre stava cedendo in via Manin, angolo via Gritti, circa mezzo grammo di cocaina a T.F. di 29 anni residente a Trento e studente, e a A.A. di trent'anni di San Giorgio delle Pertiche. I militari dell'Arma, dopo avere seguito per qualche istante le mosse dei tre, sono intervenuti e li hanno bloccati. I due trentenni, probabilmente dopo essersi bevuti qualche spritz, avevano intenzione di proseguire la loro notte brava con la coca. Non solo i carabinieri li avevano osservati, sempre tra le piazze e il Duomo, mentre cercavano di prendere contatti con alcuni ragazzi per avere un indirizzo in centro di una prostituta. Entrambi sono stati segnalati alla Prefettura come assuntori di sostanze stupefacenti.
Insomma il cosiddetto problema spritz, ovvero degrado, alcol a fiumi e droga in pieno centro storico, non è mai stato risolto. L'unica soluzione, almeno per ora, sono i costanti controlli delle forze dell'ordine e, come avvenuto mercoledì pomeriggio, la notifica ai baristi di provvedimenti che ne limitano l'orario di chiusura. Il bar "Munerato" di piazza delle Erbe, dopo un controllo dei carabinieri avvenuto l'undici febbraio, è stato segnalato come un locale frequentato da cittadini nordafricani irregolari. Tanto è bastato a consentire alla giunta Zanonato di obbligare l'esercizio pubblico ad abbassare le saracinesche alle 21 per sei mesi. La titolare Valentina Mantovani aveva dichiarato: «Ho provato in tutti i modi ad allontanare gli extracomunitari. Un giorno uno di loro mi ha minacciata puntandomi un coccio di bottiglia vicino al collo. Tutto il mio lottare si è rivelato invano, infatti ho ottenuto solo un provvedimento di chiusura anticipata. Così fallirò e quattro miei dipendenti resteranno senza lavoro».