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Phubbing e tecnodipendenze: considerazioni

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Stop phubbing: al via la campagna contro chi consulta troppo il cellulare

Fenomeno dell’era digitale in rapida e maleducata ascesa, il «phubbing» è infatti il brutto vizio di controllare il proprio telefonino nel bel mezzo di un contesto sociale, fregandosene totalmente degli altri. La parola stessa è un neologismo coniato per indicare chi snobba le conversazioni per concentrarsi solo sul proprio smartphone. Un comportamento che, sdoganato dalle celebrità di cui spesso si copiano anche gli atteggiamenti meno edificanti, oggi sta diventando talmente di pessima moda da aver spinto un gruppo di australiani a dar vita alla campagna «Stop Phubbing», che è già stata seguita da almeno altre cinque iniziative analoghe. IMPOSSIBILE STACCARSI - L’obiettivo? Prendere per i fondelli (con relativa segnalazione online sulla pagina Twitter) quei «tossicodipendenti da telefono cellulare» che non riescono a staccarsi dal dispositivo nemmeno per un istante, che sia per rispondere alla domanda di un amico o mentre sono in dolce compagnia. «Il fenomeno del ] Se non volete ritrovarvi anche voi svergognati su Twitter con l’etichetta di irriducibili «phubber», come successo ad Elton John e David Furnish, ma anche a Victoria Beckham o Jay-Z, meglio che la smettiate di smanettare con lo smartphone ad ogni occasione, a maggior ragione se qualcuno vi sta parlando o se magari siete ad una cerimonia. Fenomeno dell’era digitale in rapida e maleducata ascesa, il «phubbing» è infatti il brutto vizio di controllare il proprio telefonino nel bel mezzo di un contesto sociale, fregandosene totalmente degli altri. La parola stessa è un neologismo coniato per indicare chi snobba le conversazioni per concentrarsi solo sul proprio smartphone. Un comportamento che, sdoganato dalle celebrità di cui spesso si copiano anche gli atteggiamenti meno edificanti, oggi sta diventando talmente di pessima moda da aver spinto un gruppo di australiani a dar vita alla campagna «Stop Phubbing», che è già stata seguita da almeno altre cinque iniziative analoghe.

IMPOSSIBILE STACCARSI - L'obiettivo? Prendere per i fondelli (con relativa segnalazione online sulla pagina Twitter) quei «tossicodipendenti da telefono cellulare» che non riescono a staccarsi dal dispositivo nemmeno per un istante, che sia per rispondere alla domanda di un amico o mentre sono in dolce compagnia. «Il fenomeno del "phubbing" è quanto di più fastidioso possa esserci – spiega Alex Haigh, creatore della campagna anti-phubbing – ed è diffuso al punto da aver completamente eliminato la capacità di parlare faccia a faccia con qualcuno. Ecco perché occorre fare qualcosa e far girare la voce per fermare questo comportamento, che è ormai sfuggito di mano». Non a caso, sul sito si chiede di esprimere un’opinione sul phubbing e sugli oltre 4500 voti espressi, il 72% si è detto contrarissimo, mentre un secondo sondaggio, in questo caso condotto dalla McCann Truth Central per il Sunday Times, ha permesso di quantificare in un terzo la percentuale di britannici che si definisce un «phubber», con oltre un quarto (il 27% per la precisione) che ha ammesso di rispondere al telefono durante una conversazione faccia-a-faccia e il 16% di controllare i social network più di dieci volte al giorno.

DIPENDENTI DAL TELEFONINO - Non solo. La stessa inchiesta ha anche evidenziato un 63% di «malati da telefonino» che confessa di portarlo praticamente ovunque e un 37% che preferisce passare per «phubber» piuttosto che non rispondere ad un sms. Come ha avvertito il professor Phil Reed, docente di psicologia dell'Università di Swansea ed esperto di dipendenze online sul Daily Mail, «molti phubber mostrano sintomi di una chiara dipendenza da cellulare e alcuni di loro vanno persino in astinenza se non gli viene permesso di utilizzare il telefonino in continuazione. Ma la cosa grave è che a volte non si rendono nemmeno conto di quanto siano irritanti con il loro comportamento».


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)