Pordenone: Ti ho a cuore, non ti vendo alcol, iniziativa di prevenzione
alcol prevenzione
La legge ancora non c'è, ma al Famila, da qualche tempo, non si vende alcol ai minorenni. Non soltanto a coloro che non hanno raggiunto i 16 anni, limite legale, ma a tutti coloro che non ne hanno ancora compiuti 18. «Ti abbiamo a cuore - recita uno dei tanti manifesti che campeggiano nel punto vendita di via Volt de Querini -. Collabora con noi. In questo punto vendita, se sei minore di 18 anni, non acquistare bevande alcoliche. Nonostante in Italia non esista ancora una legge in tal senso, Famila sostiene questa campagna con grande senso di responsabilità». L'iniziativa si somma ad altre sullo stesso genere - in provincia di Pordenone apripista fu la Coop Casarsa -, tutte accomunate dalla consapevolezza che l'alcol può essere un problema e che, comunque, più tardi si inizia a consumarne e meglio è. In realtà i supermercati stanno andando "oltre" la norma che definisce un'età limite per l'acquisto e il consumo di bevande alcoliche di soli 16 anni, innalzando la soglia ai 18, che è poi l'età "legale" della maturità. Individuare questa anche come l'età in cui diventi possibile bere qualcosa di diverso dalle bibite analcoliche è un suggerimento che arriva da più parti. Lo stesso primario di alcologia dell'Ass 6 Paolo Cimarosti aveva considerato come i 18 anni, per antonomasia l'età in cui si entra nella fase della responsabilità, potrebbero essere il momento giusto per diventare consapevoli rispetto a scelte di comportamenti che possono nuocere alla salute. Anche se il medico si accontenterebbe «che si rispettasse la legge che è in vigore e che vieta la somministrazione di alcolici ai minori di 16 anni, norma che è spesso inapplicata, al pari di quella che vieta di dare da bere alcolici a persone con problemi psichiatrici e a chi è già ubriaco». E che questo non accada lo dimostrano anche i dati sugli incidenti stradali, prima causa di morte tra i giovani e, in correlazione, l'incidente che ha come concausa l'abuso di alcol. Ma il numero di patenti ritirate dagli organismi di controllo ogni settimana ci dice che la strada da fare per imporre un cambiamento dei comportamenti è ancora lunga.