Provincia di Verona: i giovani più sensibili ai messaggi anti-alcol
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VAL D'ALPONE. I carabinieri: sempre numerose le patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza
«In Val d'Alpone è ancora alto il numero delle patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza. E' un problema che riguarda un po' tutta la provincia di Verona che, nel Veneto, è quella in cui si beve di più». Il capitano Salvatore Gueli, comandante dei carabinieri di San Bonifacio, da cui dipendono nove comandi di stazioni di 19 comuni dell'Est veronese, lancia l'allarme sul problema alcol. Lo aveva fatto quasi un mese fa a Vestenanova, in occasione di una serata su trasgressione, prevenzione e repressione, promossa dal Gruppo Giovani del Comune per mettere a nudo questioni che toccano la quotidianità di tutti. E lo conferma ora.
«Sono diminuiti gli incidenti e ancor più le vittime sulla strada, ma ciò non può essere di grande conforto», spiega Gueli puntando il dito su una fascia di cittadini che dovrebbe mostrare maggiore consapevolezza. «Sono da bacchettare i quarantenni e le persone fra i 50 e i 60 anni, per l'eccessiva leggerezza con cui si mettono al volante dopo aver assunto quantità di alcol "fuori" dai limiti consentiti dalla legge, soprattutto tra le 20 e le 24».
Il problema, sottolineato anche nel corso della serata di Vestenanova, è molto semplice: lo sballo non è solo un problema di sicurezza stradale, deve essere anche un problema di salute. A maggior ragione in persone che non sono più giovanissime. Un concetto ripreso dal dottor Pietro Madera, direttore del Sert di Soave, che manda chiari messaggi circa gli effetti devastanti che la dipendenza da alcol e droga produce sul fisico e sulla psiche della persona. Con annunci, forse non condivisi, ma senza appello: « Non esistono droghe leggere e pesanti, si tratta di un'invenzione politica, culturale, che non ha riscontro in ambito scientifico». Purtroppo, è spesso la famiglia a «iniziare» i figli ad assumere alcolici. Così l'Italia ha il triste primato di un'età media di 12 anni in cui si inizia a bere, contro i 14 anni di quella europea.
«Non va demonizzato il vino in un territorio che ha radicata la cultura del vino, ma gli abusi sì», precisa il comandante Gueli. «E il nostro obiettivo non è la repressione, bensì un'azione preventiva. Come militari, durante i molti servizi effettuati, abbiamo notato che i giovani stanno acquisendo quella cultura del "guidare" che può salvare molte vite. Sappiamo bene poi quanto la patente sia preziosa e la sua sospensione stravolga la vita di una persona, ma le trasgressioni vanno comunque punite».
Con tutte le variabili individuali relative al fisico e in modo del tutto empirico, si può affermare che per smaltire un bicchiere di prosecco ci vuole un'ora, per due bicchieri due ore e così via. Ma è sufficiente utilizzare un apparecchio per l'alcoltest, facilmente reperibile sul mercato, per sapere se si ha bevuto oltre i limiti e capire se è il caso o meno di mettersi al volante.
Il dottor Madera ricorda anche che la nicotina è stata inserita nei primi due elenchi (su tre) in cui sono classificati tutti gli stupefacenti: stimolanti, sedativi, allucinogeni. In sostanza, il tabagismo è una tossicodipendenza al pari delle altre droghe, che provoca 80 mila decessi all'anno (9 persone ogni ora) e che nei giovani può aprire la strada al fumo di altre sostanze.
La parola d'ordine, dunque, anche in Val d'Alpone è «prevenzione» e la Regione, per iniziativa dell'assessore uscente al sociale, Stefano Valdegamberi, ha stanziato 3 milioni di euro per mettere in atto su tutto il territorio interventi atti a diffondere consapevolezza circa uso e abuso di sostanze psicoattive. la scritta «Se bevi e guidi, sei uno sbronzo!», una bottiglia capovolta e il tappo sotto, per l'esclamazione, sono stampati sull'adesivo che è stato distribuito dai giovani di Vestenanova al termine della serata, oltre ad opuscoli dell'Avis con lo slogan di maggior successo delle campagne sulla sicurezza stradale: «O bevi o guidi». Un messaggio fin troppo chiaro.
Mariella Gugole