Trento: «Bar bianchi, un'alternativa importante»
Trento: «Bar bianchi, un’alternativa importante»
Roberto Pancheri, direttore del servizio di educazione sanitaria in Azienda, concorda sulla scelta di incentivare i
cosiddetti "bar bianchi", cioè quei locali che servono esclusivamente bevande non alcoliche.
Dottore, è d'accordo con la nuova legge?
Se si riferisce agli incentivi per la nascita di bar analcolici, sì. Eravamo stati chiamati per dare un parere e direi che è
una buona cosa.
Può contribuire a risolvere il problema dell'abuso di alcol tra i giovani?
Non risolve il problema, che è complesso ed ha molte facce. Ma è senz'altro uno dei mille tasselli che contribuiscono a
portare a un'inversione di tendenza.
E come lo potrebbe fare?
Offrendo delle alternative ai giovani. Il bar bianco dovrebbe essere considerato un punto di aggregazione diverso,
alternativo a quello dei bar che somministrano alcolici. Qui i ragazzi possono trovare l'occasione di stare insieme e capire
che non serve ubriacarsi per scoprire la compagnia e passare una serata divertente. In città, ma soprattutto nei paesi dove
magari mancano ancora di più le occasioni di aggregazione e la sbornia del sabato sera rimane l'unico "svago".
I baristi non sono molto contenti della legge, sostengono di essere costretti a fare un lavoro educativo e di controllo che
non è il loro.
Sono convinto che fa parte del loro lavoro anche creare un contatto con il cliente. Non sono solo dei banali smerciatori di
prodotti, quindi sono in grado di riconoscere se il giovane è un minorenne. Anche loro quindi possono fare la loro parte.