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"007, un alcolizzato impotente"
Bond demolito dai medici inglesi

Nei libri di Ian Fleming l'agente segreto più famoso del mondo beve quantità industriali di alcol. Secondo i ricercatori, nelle sue missioni sarebbe stato costantemente ubriaco e vittima di gravi problemi di salute Londra
 

Un alcolista condannato a impotenza, gravi problemi di fegato e tremori. Lo studio di un gruppo di medici inglesi pubblicato sul British Medical Journal demolisce il mito di James Bond. Nei libri di Ian Fleming la spia più famosa al mondo beve troppi drink, scolandosi una quantità industriale di alcol e spesso sedendosi subito dopo al volante.

"Costantemente ubriaco"
Secondo la ricerca, intitolata "I drink di James Bond erano scossi per via del tremore indotto dall'alcol?", 007 consumava in media 92 unità di alcol alla settimana, oltre quattro volte il limite massimo raccomandato.  In pratica, la spia di sua Maestà sarebbe stata quasi sempre troppo ubriaca per compiere le sue mirabolanti imprese. In un solo giorno di "A 007. Dalla Russia con amore" ha consumato 49,8 unità di alcol, quando il limite raccomandato in Gran Bretagna per gli uomini è di tre o quattro. In "Casino Royale" invece viene ricoverato dopo aver perso il controllo della sua auto che guidava con 39 unità alcoliche nel sangue Complessivamente, nel corso dei 123,5 giorni in cui si svolgono le avventure, Bond ha trascorso solamente 12,5 giornate senza bere un goccio.
 

"Condannato all'impotenza"
Con queste abitudini, scrivono gli autori dello studio, Bond "era ad alto rischio di sviluppare molteplici patologie legate all'alcol e di morire precocemente. Il livello di capacità descritto nei libri non è coerente con le funzioni fisiche, mentali e anche sessuali che ci si attende da una persona che beve così tanto". Nella ricerca si parla esplicitamente di patologie epatiche e cirrosi.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/James-Bond-salute-alcolismo-b4611451-444b-48b9-827e-c65be505bd6a.html?refresh_ce

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)