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1° dicembre: Giornata Mondiale contro l'AIDS

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Oggi 1 dicembre è la Giornata Mondiale contro l'AIDS. Il Ministero della Salute ha lanciato una campagna che recita lo

slogan: "Non abbassare la guardia. Fai il test" perché, a 30 anni dalla scoperta del virus dell'HIV, l'infezione non è

scomparsa e l'allerta deve rimanere alta. L'obiettivo principale della campagna è quindi l'invito ad effettuare il test per

l'HIV.
Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità sei italiani su dieci scoprono di aver contratto il virus con troppo

ritardo, quando la malattia ha già raggiunto uno stadio avanzato. E sono circa quattromila gli italiani che ogni anno si

infettano con HIV, quasi esclusivamente a causa di rapporti sessuali non protetti.
Le modalità di trasmissione sono completamente cambiate rispetto a 20 anni fa e il pericolo principale oggi è rappresentato

dalla mancanza di forme di prevenzione, sia nei rapporti sessuali, sia nel sottoporsi ai test HIV, che sono offerti in

maniera anonima e gratuita nelle strutture sanitarie. Ad aggravare la situazione, inoltre, c'e' il fenomeno del consumo di

droga che incentiva comportamenti sessuali a rischio. La preoccupazione maggiore per le ragazze sembra essere quella di non

incorrere in gravidanze indesiderate e per questo ritengono che sia sufficiente la pillola del giorno dopo che ha un costo

bassissimo.
Notizie incoraggianti arrivano dalla ricerca che vede lo sviluppo di un nuovo vaccino terapeutico contro l'Aids, il Tat,

messo a punto in Italia dall'Istituto Superiore di Sanità, che sta dando risultati preliminari incoraggianti, o la ricerca su

un nuovo farmaco, Truvada ad uso preventivo che però pone alcune perplessità. Il dott. Oliviero Bosco, membro della consulta

degli esperti del Dipartimento Politiche Antidroga, ha parlato proprio dello studio relativo al nuovo farmaco che sarebbe in

grado di ridurre le probabilità di contagio da HIV. "Lo studio fornisce una notizia molto positiva - ha detto Bosco - anche

se iI rischio è che, nella ‘vita reale', si tenda ad abusare di questo tipo di approccio, diminuendo l'attitudine all'uso del

profilattico. L'approccio contempla comunque l'uso continuativo del farmaco e non si conosce ancora definitivamente l'impatto

in termini di sviluppo di resistenza nei confronti dell'HIV con perdita di efficacia e di effetti collaterali a lungo

termine".
Redattore: Staff Dronet