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A Bologna uno su cinque prova l'alcol in prima media

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Comune non segue Milano, bocciato anche l'avviso alle famiglie

DIRE 12 ottobre 2009

Bologna non segue Milano sull'allarme alcol. La battaglia a Palazzo D'Accursio nata sulla scia dell'ordinanza Moratti non sfocerà in misure drastiche: durante la seduta di commissione Politiche sociali di questa mattina si è aperta la strada per un'intesa bipartisan, ma eliminando gli elementi più radicali proposti dal centrodestra. Respinta la proposta leghista di fare svolgere lavori alternativi ai minori colti in fallo, è stata cancellata anche la richiesta della lista Guazzaloca di notificare alle famiglie l'abuso di alcol da parte dei minori. Nell'ordine del giorno che dovrebbe avere il via libera dell'aula, rimangono così solo i "maggiori controlli alla vendita e alla somministrazione di alcolici ai minorenni" in base alle sanzioni previste dalla legge nazionale. Il Pd accetta e pone l'accento sugli obblighi che spettano ai gestori dei locali, che non possono vendere alcol agli under 16. "E' chiaro che questo è un compito espressamente della Pm", sottolinea la democratica Lina Delli Quadri.
Il quadro dipinto dai responsabili dei servizi è comunque impressionante. "Il 20% dei ragazzi di prima media ha avuto un approccio con l'alcol", spiega Monica Brandoli dei Servizi sociali di Palazzo D'Accursio. "Ci sono casi di coma etilici nelle gite scolastiche, sono state trovate siringhe nei bagni delle scuole". Assodato "l'uso dell'alcol in un'età sempre più giovane", aggiunge Daniele Gambini del Sert, "ciò che va sottolineato è che lo fanno per lo più in associazione con altre sostanze, l'ecstasy o la cannabis". Risulta inoltre che molti minorenni si "sballano" solo al weekend, conservando per il resto della settimana un'esistenza 'normale'. Molti arrivano a Bologna da fuori città per il venerdì ed il sabato sera.
Per questa categoria l'ex giunta Cofferati aveva deciso, nei suoi ultimi giorni di mandato, di creare un ambulatorio "per il consumo atipico", dove in sostanza le famiglie possano portare i loro figli senza rivolgersi al Sert. La scelta della sede era caduta sugli spazi di via Gorki da cui il Sert si sta trasferendo per andare in via Fioravanti. "Mi raccomando perché la giunta porti avanti quel progetto", chiede l'ex vicesindaco Giuseppe Paruolo.
Tra i problemi che ostacolano l'attività dei servizi c'è lo scarso budget a disposizione. "Come Comune di Bologna non c'è questo investimento economico pazzesco", si esprime per eufemismi Brandoli. Questo permette circa 40 interventi all'anno fuori dai locali frequentati dai ragazzi. Preoccupano anche le sostanze assunte nelle palestre, che qualche volta arrivano al vero e proprio doping. Sotto le Due Torri "non esiste quasi la possibilità di fare sport senza integratori".