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News di Alcologia

A Massa e Carrara il consumo di alcol a livelli da record

A Massa e Carrara il consumo di alcol a livelli da record

MASSA. A Massa e Carrara troppe persone hanno il bicchiere facile. In molti casi l'alcol viene consumato fuori dai pasti e

troppi - soprattutto tra i giovani - indulgono nel binge drinking (cioè bevono massicciamente per sballarsi). A detenere

questo record negativo, secondo uno studio della Regione Toscana realizzato su dati forniti dalle Asl, è la provincia di

Massa-Carrara. E la provincia, purtroppo, si piazza sul podio anche per la percentuale di fumatori.
Nel report - un documento messo insieme dal laboratorio Mes e che registra tutte le statistiche riguardanti le Asl - si

analizzano anche altri stili di vita dei cittadini. E non sempre le notizie sono negative. A massa-Carrara, infatti, la

percentuale di sedentari e di obesi rispetto alla popolazione è sotto la media toscana.
L'alcol. La moda degli happy hour, ma anche abitudini consolidate nel tempo come quella di fermarsi a bere nei bar con amici

e colleghi di lavoro (soprattutto per chi svolge mestieri usuranti), hanno fatto salire la provincia di Massa-Carrara in

vetta alla classifica del consumo di alcol fuori dai pasti.
La statistica - redatta dai laboratori del Mes su un campione di pazienti dell'Asl - parla chiaro. Nel territorio di

Massa-Carrara il 13,95 degli interpellati (la media regionale è del 10,79%) ha ammesso di bere alcolici fuori dei pasti o di

essersi dedicata, almeno una volta al mese, al binge drinking. Quest'ultima abitudine, diffusa soprattutto tra i giovani,

porta a bere grandi quantità di alcol (binge in inglese significa anche "abbuffata") con l'unico scopo di sballarsi. Nella

maggior parte dei casi non si tratta di alcolismo, ma i rischi per la salute - cui va aggiunto il pericolo di incidenti

stradali - sono comunque grandi.
Lo stesso report evidenzia comunque la consapevolezza del problema da parte dei medici di famiglia e dell'Asl. Le persone che

hanno ammesso uso di alcol e binge drinking hanno infatti confermato di aver ricevuto il consiglio di smettere dal loro

medico.
Il fumo. Gli esperti sono concordi: chi consuma alcol ha anche la tendenza a diventare tabagista. Per questo non sorprende

che Massa-Carrara si piazzi al terzo posto in Toscana per la percentuali di interpellati che dicono di avere il vizio del

fumo. In provincia sono il 30,30% su una media regionale del 29,20%. Anche qui i medici dell'area apuana sembrano monitorare

i loro pazienti: il 59% dice infatti di aver ricevuto il consiglio di smettere (la media è del 54,93%).
I dati positivi. Ma i residenti della zona non sono poi così "autodistruttivi". Secondo il report il numero di sedentari -

cioè le persone che non fanno attività fisica e che fanno lavori leggeri - è del 24,32%: due punti sotto il dato regionale.

Stesso discorso per l'obesità. Le persone che pesano troppo in Italia sono il 10,3% degli intervistati e in Toscana il 9,84%.

A Massa-Carrara restano al 9,76%.
Per Varese serve educare i ragazzi: «Niente allarmi ma il pericolo c'è»
«Non sarei troppo allarmistico sull'alcol, il problema più grosso ora sono le persone che assumono più sostanze insieme: un

comportamento molto pericoloso». A fare questa precisazione è il dottor Maurizio Varese, responsabile del centro per la cura

delle dipendenze dell'Asl di Massa. «Nel nostro territorio - afferma il medico - il consumo di alcol è stato sempre più alto

che altrove. Ma purtroppo certe abitudini tra i giovani ormai sono diffuse ovunque. L'importante è fare attenzione ed educare

i ragazzi ad un consumo ragionevole».
Varese chiede di non usare la demagogia con i ragazzi. «Pensare - afferma - che non entrino in contatto con l'alcol è

un'utopia. Ma devono capire i rischi che corrono. Noi adulti dobbiamo dare stimoli ed esempi positivi per evitare gli abusi».
Per questo l'Asl sta portando avanti campagne di prevenzione davanti ai locali e di prevenzione nelle scuole. «Vogliamo che

siano gli stessi ragazzi a dire ai più piccoli che l'alcol è un pericolo».
Sempre più bassa l'età di chi chiede aiuto
Lo psicopedagogista, disoccupazione e povertà culturale fanno cercare aiuto nel bere
Scende sempre più l'età media delle persone che chiedono aiuto al centro alcologico dell'Asl di Massa-Carrara. A confermarlo

è Fabio Bernieri, psicopedagogista del centro di recupero guidato dal dottor Michelangelo Magnavacca. «Ora - spiega Bernieri

- l'età media di chi viene nel nostro centro si aggira attorno ai 40 anni. Questo è dovuto alla maggiore diffusione del

consumo di alcol tra i giovani, tra le donne e i professionisti».
Insomma l'identikit della persona che abusa di alcol sta cambiando. Bernieri parla di un territorio, quello di Massa-Carrara,

da sempre in testa alle classifiche sull'uso di alcolici. «In questa zona - spiega - sono diffusi lavori molto usuranti e

anche la disoccupazione è più alta che altrove in Toscana». Ma a far avvicinare giovani e non alla bottiglia - a volte

scambiandola solo per una fonte di divertimento e di "medicina" contro le inibizioni sociali - è quella che Bernieri chiama

«povertà culturale».
E così i ragazzi cercano uno stordimento fine e se stesso per riempire il vuoto. «Prima - spiega Bernieri - si beveva solo in

determinate occasioni sociali. Ora si comincia a bere prima e con maggiore intensità solo per sballarsi. Sono sempre di più i

giovani che finiscono al pronto soccorso con intossicazioni da alcol».
Per evitare che i giovani cerchino stimoli "imbottigliati" e dannosi, l'Asl sta portando avanti diverse campagne. Una di

queste - iniziata nel 2009 e pronta ad essere replicata nel nuovo anno scolastico - si chiama "Creativa-mente". Un gruppo

selezionato di giovani delle superiori è stato preparato da operatori dell'Asl per andare nelle scuole elementari e medie a

spiegare ai ragazzi che l'alcol non è "fico".
«I ragazzi in età adolescenziale tendono a sperimentare - spiega il dottor Maurizio Varese - non serve puntare l'indice

contro di loro ma provare a dare stimoli diversi e più sani». Questo per evitare che gli esperimenti degli apprendisti

stregoni si interrompano bruscamente. Senza possibilità di ritorno.
G.D.