A vent'anni ci si sente immortali: manca la percezione del rischio
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Erano le cinque e mezzo l'altra notte (notte? meglio parlare di alba) quando Titti Manes, una ragazza modello, una figlia di cui essere fieri, è morta sul colpo, uccisa a vent'anni in un incidente automobilistico sulla strada che avrebbe dovuto riportarla a casa. L'ora terribile delle cosiddette stragi del sabato sera, una manovra imprudente, una macchina che si schianta, la soglia dell'attenzione che per un attimo si abbassa fino ad annullarsi. E poi il buio eterno, addio amici e progetti, addio vita, addio Velenose, addio rugby, addio amore e sogni e risate, addio tutto: cala il sipario, si salta ai titoli di coda - come dice una campagna per la sicurezza sulle strade - quando pensavamo che il film fosse appena cominciato. Gli incidenti d'auto sono la prima causa di morte, oggi, fra i giovani. Fatalità, incoscienza, sfortuna, forse alcol, forse stanchezza, o meglio: non percezione del rischio, perché a vent'anni ci si sente immortali. Ma non lo si è. E Titti è cancellata per sempre.