Abbracciati stretti ad una dipendenza...
Abbracciati stretti ad una dipendenza...
Sigarette, alcol, droghe, shopping mania, gioco d'azzardo, un amore da cui non sappiamo liberarci. Sono tante le "coperte di
Linus" escogitate degli esseri umani
Una dipendenza è un comportamento ripetitivo e incontrollabile, una sorta di ossessione. Rientra, infatti, nel novero dei
"Disturbi del controllo degli impulsi" e ha grande affinità con il gruppo dei Disturbi Ossessivo-Compulsivi (DOC). Così
vengono classificate le dipendenze dalla scienza ufficiale.
La dipendenza è un desiderio compulsivo che richiede rapida soddisfazione, ma la "fame" di quel gesto non passa mai; fumare,
assumere sostanze stupefacenti, bere, giocare alle varie lotterie, comprarsi qualcosa (anche se si hanno già gli armadi
pieni), abbuffarsi di cibo, stare molte ore su internet, non riuscire a staccarsi emotivamente da una persona che ci ha detto
"no", e, a volte, importunarla senza ritegno.. sono tutte forme di dipendenza, molto diverse tra loro, eppure i meccanismi
psicologici e neuropsicologici sottostanti sono assai simili.
Dipendenza: dal latino Dependere ossia Pendere da. Una persona dipendente non è una persona libera, pende da una sostanza,
una situazione, un'altra persona.. "Un prigioniero" non saprebbe più rinunciare al proprio oggetto del desiderio perché
soddisfa e gratifica il suo bisogno immediato, lo rilassa e lo tranquillizza, seppur momentaneamente. Quell'oggetto diventa
la sua ricompensa nei momenti di stress e tensione, oppure di vuoto interiore o insicurezza. Fino a quando l'effetto
psicofisico benefico percepito (che realmente benefico non è) diminuisce, cessa e fa partire un nuovo comportamento di
ricerca o assunzione.
Il nervosismo, l'irritabilità e la vulnerabilità emotiva da astinenza sono le spie classiche di una dipendenza in atto. Molte
dipendenze, specialmente nello stadio iniziale, tra i ragazzi (ma non solo) sono fonte di trasgressione ed euforia: ci fanno
sentire unici, forti, vivi, eccitati (pensiamo all'abuso di sostanze, ma anche al gioco compulsivo, oppure all'ineludibile
piacere di acquistare, acquistare ed ancora acquistare).
Cosa c'è di più trasgressivo per un ragazzo della prima sigaretta che lo assimila ai suoi pari (purtroppo!) ed è quasi un
rito di passaggio all'età adulta. Il problema sarà poi riuscire a farne a meno, ammesso che si tenga in prioritaria
considerazione la propria salute, certo.
Alcune dipendenze, come alcol e droghe, sono fortemente marginalizzanti per chi ne fa uso; altre meno: il caffè (molti
caffè!), la sigaretta, l'abbuffarsi di cibo o cioccolata, il gioco d'azzardo sono dipendenze molto condivise socialmente e
percepite quasi come peccati "veniali". Sbagliato. Tutte le dipendenze, indistintamente, sono potenzialmente pericolose e
cariche di controindicazioni (di salute, sociali, finanziarie).
Come si esce da una dipendenza? Ammettendo a se stessi di avere un problema innanzitutto, giacché alcuni si illudono di
essere liberi e non "prigionieri", e di poter quindi gestire la sostanza o la situazione, e spesso invece (ma loro in fondo
lo sanno benissimo) non è così. E' l'oggetto d'abuso a controllare il gioco.
Le terapie specifiche, valutate caso per caso, prevedono l'uso di farmaci, spesso antidepressivi o sostanze sostitutive a
quella per cui si è dipendenti (metadone o quant'altro), psicoterapie individuali e/o di gruppo, terapie comportamentali di
decondizionamento, terapie rieducazionali e altro ancora.
I servizi territoriali e nazionali del S.S.N. (Sistema Sanitario Nazionale), anche convenzionati, sono qualificati,
diversificati e all'altezza, non siamo secondi a nessun paese in questo. E' basilare tuttavia essere davvero e intimamente,
al di là di quello che ci dicono gli altri, motivati e convinti ad abbandonare la nostra amata-odiata prigione. Giacché il
vissuto soggettivo è un po' questo, ambivalente giocoforza. Le persone sovente sono consapevoli del prezzo alto che stanno
pagando per la propria dipendenza.
Volevo però sottolineare proprio il carattere "coperta di Linus" delle dipendenze, che non è un'espressione scientifica, ma
un codice di significato immediatamente comprensibile nella nostra cultura per rendere l'idea dell'immediata gratificazione
al bisogno e della copertura emotiva che l'oggetto o la situazione di dipendenza (tra le più varie come abbiamo visto) vanno
a rappresentare.
A fronte di vissuti di stress, tensione, insicurezza interiore o bassa autostima, depressione o incapacità di crescita, la
dipendenza ci garantisce una sopravvivenza emotiva, pessima, ma ce la garantisce, proprio come una coperta di cui non
sappiamo fare a meno. Pensiamo anche agli innamorati dipendenti, quelli che arrivano a perseguitare l'altra persona che li ha
o li sta abbandonando "perché senza di lei non potrei proprio vivere", e invece si rifiutano, di fatto, di crescere,
diventare indipendenti e sperimentare forme di rapporto nuove e più adulte. Insomma, pur di sopravvivere emotivamente si
accetta la condizione di prigionieri, per quanto il percorso della dipendenza non sia né pianificato, né scelto
deliberatamente, né accettato, se non tra mille ambivalenze e conflitti interiori.
In definitiva, anche le più svariate dipendenze con tutta la problematicità e i significati personali che si portano dietro
sono la testimonianza, probabilmente, di una cosa e una soltanto: la fame d'amore di cui gli esseri umani hanno un disperato
bisogno per sopravvivere, anche a costo di richiudersi, più o meno volontariamente, in una prigione fisica e psichica.
Ammettere questo a se stessi e al mondo è il primo passo, assieme ad una solida e convinta determinazione, per orientarsi
verso l'uscita dalla prigione stessa.
La libertà costa carissima ed è assai faticosa, ma il premio è la stima di noi stessi e la crescita personale;
incommensurabile poi sarà il piacere di guardarsi allo specchio e sapere di essere liberi per davvero. Se hai una dipendenza,
pensaci. Cerca la Libertà nell'amore e nella stima di te stesso(a); non avrai più bisogno di pericolose "coperte".
Dott.ssa Vittoria Gentile
Psicologa