338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Abitudini, dure a morire anche nei circuiti cerebrali

Abitudini, dure a morire anche nei circuiti cerebrali

ABITUDINI, DURE A MORIRE ANCHE NI CIRCUITI CEREBRALI

I segni di un'abitudine comportamentale sono ben evidenti in specifici circuiti del cervello che mostrano un'attivazione stabile e duratura. Lo ha scoperto una ricerca su topi, che ha mostrato quanto sia difficile farla finita con un'abitudine anche a livello cerebrale


Le abitudini sono difficili da spezzare, anche le più semplici e quotidiane. Ora un gruppo di ricercatori della Duke University guidati da Justin O'Hare ha scoperto che questa difficoltà ha una precisa ragione neurobiologica. Secondo quanto riferito in un articolo pubblicato su “Neuron”, le abitudini lasciano un segno duraturo nella rete dei gangli della base, nuclei sottocorticali di sostanza grigia che controllano azioni motorie e comportamenti compulsivi, compresa la dipendenza da sostanze.


Gli autori hanno addestrato alcuni topi a consumare diverse quantità di zucchero dopo aver azionato una leva, e hanno poi selezionato i roditori che la azionavano ripetutamente anche dopo aver ricevuto la razione. Questi sono stati classificati come i topi che avevano sviluppato un'abitudine. In seguito, O'Hare e colleghi hanno confrontato, con una tecnica di imaging cerebrale, i cervelli dei topi “abitudinari” con quelli degli altri, analizzando, in particolare, i gangli della base, in cui sono presenti due tipi di cammini neuronali che veicolano messaggi opposti: uno trasporta i segnali di stimolazione, l'altro di inibizione.


La sperimentazione ha rivelato che entrambi i cammini erano più attivi nei topi abituati allo zucchero: ciò ha sorpreso gli autori poiché l'inibizione è generalmente vista come il meccanismo che contrasta con la manifestazione di un comportamento.


Il gruppo ha scoperto inoltre alcune differenze tra i due tipi di topi riguardo ai tempi di attivazione nei due cammini: nei topi abitudinari, il cammino di stimolazione si attivava prima del cammino d'inibizione, mentre negli altri topi avveniva l'inverso. Un dato rilevante è che questi cambiamenti nelle circuitazioni cerebrali erano così evidenti e duraturi che per i ricercatori era possibile prevedere quali fossero i topi abitudinari solo osservando le immagini dei cervelli.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.lescienze.it/news/2016/01/22/news/abitudini_circuiti_cerebrali-2938624/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)