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Abruzzo, alcol facile ai minorenni: i risultati di un'inchiesta

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Abruzzo, alcol facile ai minorenni/L'inchiesta
Spritz, vino e mojito a tutte le ore sulla costa
Nella regione il consumo fra i ragazzi inizia intorno agli 11 anni Secondo l'Istat l'11,2% degli abruzzesi beve almeno un bicchiere al giorno


PESCARA. Al mare il boccale di birra è il top a qualsiasi ora. Sotto l'ombrellone la "cannucciata" di vodka nel cocomero svuotato rende tutti più allegri. Le bollicine frizzanti di Prosecco o lo Spritz si sposano alla perfezione con i rustici e le pizzette dell'aperitivo. Il calice di vino che accompagna la frittura di pesce o gli spaghetti con le vongole è previsto persino dalla dieta mediterranea. E dopo cena che fai? Non te lo bevi un Mojito fresco o un Rum&Cola prima di lanciarti nella movida di Pescara Vecchia o di partire alla volta dei locali della riviera? Giusto per preparare lo stomaco per la classica gara all'ultimo "cicchetto". La regola non scritta è una: un sorso "alla calata" e chi perde paga per tutti.


Istantanee un po' appannate di una giornata come un'altra in riva all'Adriatico. Weekend o infrasettimanale poco importa. L'alcol scandisce i momenti salienti del giorno e della notte. Da tempo è un elemento necessario ad ogni comitiva per andare su di giri e sballarsi quanto basta. Si impara imitando i più grandi e l'età media si abbassa pericolosamente di anno in anno. Poi arriva la calda estate della riviera, si suda, la gola si secca e come rinfrescarla diventa solo questione di scelta tra le invenzioni di stagione: cocktail fruttati, secchi o pestati, gusti e retrogusti sempre nuovi e accattivanti, dolci o amarognoli dipende solo dal palato.


«Gli alcolizzati sono altri: chi ha fallito totalmente e beve per dimenticare i problemi della vita», pensa il ragazzino mentre il barman di turno agita lo shaker dietro al bancone. Il Gin-tonic che adesso sta sorseggiando per lui è solo un amplificatore di emozioni: aiuta ad accrescere le gioie dei primi batticuori e dà l'illusione di sfuggire i primissimi dispiaceri dell'adolescenza. «Il bicchiere è un amico inseparabile e un compagno di avventure», pensa mentre la musica rimbomba nelle orecchie e continua a mandare giù il suo cocktail. Non rientra nel suo "momento godereccio" l'idea di far parte di quell'11,2 per cento di abruzzesi al di sopra degli 11 anni che secondo l'Istat non rinuncia a bere ogni giorno un bicchiere di vino (52,6 per cento ) o di birra (48,1 per cento), un liquore (26,4 per cento) o un superalcolico (33 per cento). Non pensa di poter diventare uno di quei 333 coetanei che il rapporto sull'uso e abuso di alcolici etichetta freddamente come alcolizzati. Il ritornello che vanno ripetendo non cambia: «Bevono tutti, che faccio lo sfigato fuori dal coro?».


Complice la moda da seguire, anche la differenza tra chi beve durante i pasti e chi lo fa lontano dal cibo si va assottigliando. «Anche papà beve a tavola, perché mai io non dovrei farlo in discoteca?». Data per buona, la regola si adotta ovunque: sotto l'ombrellone, per strada o al chioschetto sulla spiaggia. «Ci facciamo un beach volley?». «Meglio un sabbione. Però è mezzogiorno, una birra ogni goal ci sta tutta, che ci rinfresca». E poi: «S'è fatta una certa, aperitivo cenato?». «Ma no, dai, arrosticini e vino rosso e poi si va a ballare. Ci prendiamo il tavolino con lo champagne». «Ovvio, fa figo, ma prima di entrare due cicchetti petto a petto a corso Manthoné».


Di zona in zona, prendendo le strade meno pattugliate dalla Stradale, che gli amici astemi sono ormai merce rara, si arriva sulla riviera. Qualche tappa intermedia nei vari locali all'aperto e ci si butta in pista. La giornata scorre di tazza in tazza. Fino alle luci di un nuovo giorno.
Ylenia Gifuni


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)