Abruzzo: shopping prima dello sballo...niente alcolici ai minorenni
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Le grandi catene si organizzano dopo le ordinanze dei Comuni
IL MESSAGGERO 11 agosto 2009
Happy hour e cocktail blindati per gli adolescenti, nei bar e pub pescaresi. Ma il braccio di ferro con cui, da Milano a Roma fino a Pescara, le ordinanze stanno provando a frenare lo sballo notturno tra i giovanissimi rischia di spostare la movida nei supermercati. Una piaga montata dall'effetto-proibizionismo, ma anche dalla moda tutta esotica di sballarsi con i più economici cocktail fai-da-te, dopo l'incetta al supermarket. Il rischio di veder dilagare il fenomeno ha fatto scattare lo stop nella vendita di alcol ai ragazzini in alcune grosse catene dell'ipershopping pescarese. Da ieri, pugno duro anche all'Iper di Città Sant'Angelo dove, dalle 14, è partito il divieto di vendere alcolici ai minori di 16 anni. Cartelloni informativi all'ingresso e sugli scaffali e controlli serrati alla cassa: così l'Iper si è schierata nella lotta agli abusi giovanili di alcol. «Il personale addetto alle operazioni di cassa richiederà l'esibizione di un documento di identità che comprovi l'età dell'acquirente ogni volta che un cliente all'apparenza minorenne si presenta con bevande contenenti alcol», fa sapere il gruppo Finiper. Birra, ma non solo: negli acquisti esplosivi ci sono soprattutto le "bombe" al sapore di frutta. Cartellini rossi già scattati nei punti vendita Pingue Conad, pionieri tra l'imprenditoria abruzzese nella lotta all'alcol tra i giovani. Il divieto di vendere alcolici, non solo ai minori di 16 anni come peraltro prevede la normativa, ma addirittura a chi ha meno di 18 anni, era partito lunedì scorso anche nei supermercati Pingue Conad di Bussi e le Fattorie Pingue all'aeroporto pescarese. «Nei giorni scorsi si sono verificati 7 casi di ragazzi che hanno dovuto lasciare i prodotti alla cassa - spiega Fabio Spinosa Pingue, presidente dei giovani industriali -. C'è plauso da parte della clientela per un'iniziativa che, in quanto azienda a social responsability, ci sembrava doverosa: l'abuso di alcol provoca effetti devastanti, rivelandosi la terza causa di morte. Ci auguriamo che anche altri supermercati adottino provvedimenti di questo tipo. Dico però che i divieti servono a poco senza interventi di sensibilizzazione che entrino fin dentro le famiglie e le scuole». Un fenomeno sociale dai numeri shock: 9 adolescenti su 10 si ubriacano nel fine settimana: il 65% dei ragazzi e il 34% delle fanciulle beve con lo scopo di ubriacarsi, ovvero consuma tra i 4 e i 6 bicchieri; il 16% delle intossicazioni alcoliche con ricovero riguarda ragazzi con meno di 14 anni. «Purtroppo i giovani hanno imparato a organizzare il divertimento e la socialità attraverso l'uso dell'alcol - spiega la dottoressa Splendora Rapini, responsabile del servizio alcologia della Asl di Pescara -: negli ultimi 10 anni è aumentata la disponibilità di bevande alcoliche tra i giovani, sia perché hanno maggiori disponibilità economiche sia perché c'è maggiore facilità di reperire i prodotti. Bisogna agire con la prevenzione ma anche con i controlli, facendo cioè rispettare regole che già esistono. Eppure i segnali sono contraddittori: la campagna di prevenzione perde di forza laddove la pubblicità di prodotti alcolici è diffusa in tivù e in manifestazioni riservate ai giovani». "Sport libero da alcol" è il progetto lanciato dal servizio alcologia già per i Giochi del Mediterraneo. «Siamo riusciti a evitare che i Giochi fossero sponsorizzati da aziende che vendono sostanze alcoliche - spiega la dottoressa Rapini - e lo slogan è stato adottato in altri eventi». Pioniere tra le associazioni, la polisportiva Robur ha ripetuto quest'anno il torneo di beach volley all'insegna dello slogan "Più sport meno alcol"; la bandiera dello "sport libero da alcol" è stata poi adottata dal torneo di pallacanestro "I love this game -memorial Paolo Passeri" sponsorizzato dalla Teramo Basket; prima ancora il messaggio era stato veicolato nel torneo nazionale Under 16 di pallamano dalla Ogan di Pescara.