Abuso di alcol e velocità: mix micidiale
Abuso di alcol e velocità, mix micidiale
Abuso di alcol e velocità con l’aggiunta di una buona dose di incoscienza. È un cocktail micidiale, spesso letale, quello che ha portato alla morte di sette ragazzi tedeschi investiti e uccisi da un’auto condotta da un 27enne altoatesino. È una tragedia che poteva accadere sulle strade del Trentino dove il consumo eccessivo di alcolici, specie tra i giovani, è un problema irrisolto: nella nostra provincia due giovani su tre consumano abitualmente alcolici e spesso, in genere il sabato sera, eccedono.
Il problema di chi, nonostante pesanti sanzioni penali e ripetute campagne di sensibilizzazione, continua a mettersi al volante dopo aver alzato il gomito è stato segnalato anche dal procuratore generale Giovanni Ilarda in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Erano 38 i fascicoli aperti per automobilisti che si sono messi alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti (+5%). In aumento - aveva sottolineato il procuratore generale - anche gli incidenti stradali causati dalla guida in stato di ebbrezza: da 89 a 115.
I controlli ci sono. Pattuglie della Polizia stradale, ma anche di carabinieri e polizia locale, sono sulle strade “armate” di etilometri. Le denunce per guida in stato di ebbrezza non mancano: nei giorni di Halloween i carabinieri della Compagnia di Cles hanno ritirato 8 patenti in 6 giorni di controlli (in 7 casi per abuso di alcol e in uno per guida sotto l’effetto di stupefacenti).
«I controlli ci sono - sottolinea il comandante della Polizia stradale del Trentino, Giansante Tognarelli - ma certo non bastano ad arginare un problema che è di natura culturale. Chiunque si metta alla guida di un’auto deve capire che ci sono comportamenti altamente pericolosi per sé e per gli altri: la guida in stato di ebbrezza è uno di questi. Finché la gente non capirà questo concetto, continueremo ad avere incidenti stradali provocati da conducenti che non erano in condizioni di guidare. Accanto ai controlli, facciamo anche un’intensa attività di prevenzione con campagne mirate nelle scuole perché i giovani siano coscienti dei pericoli dell’alcol al volante e li evitino. Piano piano, comunque, notiamo una modifica dei costumi in senso positivo: sono sempre di più le persone che trascorrono una serata bevendo e poi si fanno riaccompagnare a casa in taxi o da qualcuno della comitiva rimasto sobrio proprio perché tutto il gruppo possa tornare a casa in sicurezza. È un’abitudine più difficile da fare passare tra i giovani che cercano lo sballo. Ma anche se mettessimo una pattuglia ogni chilometro non basterebbe perché l’abuso di alcol non è un problema di polizia ma sociale, occorre maturare la consapevolezza dei rischi e dunque adottare comportamenti conseguenti improntati alla prudenza e al rispetto del codice della strada».
I pericoli connessi all’abuso di alcol tra i giovani - conferma anche il direttore per l’integrazione socio sanitaria dell’Azienda sanitaria, Enrico Nava - sono purtroppo sottovalutati soprattutto per ragioni culturali. «Una volta l’ubriacone veniva deriso ed emarginato dal villaggio, oggi invece il consumo avviene all’interno del gruppo di giovani senza che ci sia alcun controllo reciproco. Il consumo tra i ragazzi è magari limitato al sabato sera o alle feste, ma in quelle occasioni spesso si beve oltre ogni misura. Leggo che il giovane arrestato per la tragedia della valle Aurina aveva 2 grammi di alcol per litro di sangue: è un’enormità.
Con quei valori fatichi stare in piedi, la vista diventa a cannocchiale, c’è una sensazione di ottundimento, i riflessi sono ritardati, ma la perdita di intelletto dovuta all’alcol impedisce al soggetto di percepire il pericolo al punto che, leggo sui giornali, non stava andando a casa ma correva a finire la serata altrove. Il pericolo era elevatissimo e infatti ora ci troviamo di fronte ad una strage agghiacciante».
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)