Abuso di alcolici: la complessità di un fenomeno in crescita
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Abuso di alcolici: non toccato, non agitato
L'etanolo è rimane la droga più diffusa e con morbilità e mortalità elevate. Per mezzo di nuove strategie i medici possono aiutare i pazienti a trovare una via d'uscita dalla dipendenza da alcol - o quantomeno a ridurne il consumo.
Gli esperti stimano che oltre il 7% di tutti i casi di malattia e morte prematura siano da ricondurre all'abuso di alcol. Ogni anno molti giovani adulti muoiono per cause direttamente o indirettamente legate a questa dipendenza. Particolarmente a rischio sarebbero i giovani di sesso maschile tra i 15 ei 29 anni. Il consumo regolare di alcol può portare alla dipendenza. Molti dei consumatori diventano alcolisti senza rendersene conto.
Di successo, benestante e alcolista?
Il Prof. Dott. Udo Schneider ed la Dott.ssa Brit Schneider hanno analizzato dettagliatamente i fattori che influiscono sul consumo dell'alcol. Utilizzando i dati del Socio-Economic Panel (SOEP), un sondaggio assai rappresentativo, essi sono giunti a risultati interessanti: più il livello d'istruzione ed il reddito sono elevati, tanto maggiore è il rischio di consumare regolarmente bevande alcoliche - e ciò vale sia per gli uomini che per le donne. Udo Schneider ritiene che ciò non sia dovuto a non alla mancanza d'informazione sugli effetti dell'alcol, ma al fatto che la birra o il vino siano socialmente ben accetti. Parlare in generale di alcolismo sarebbe però sbagliato. Le osservazioni del ricercatore statunitense Elvin Morton Jellinek (1890-1963) dimostrano che questo tipo di comportamento può portare al così chiamato beta-type: gli interessati bevono in occasione di avvenimenti mondani, ma non in altre circostanze. Un comportamento che ha comunque delle ripercussioni sulla salute.
Bevande mortali
L'interesse del Professor Dr. Ulrich John, Greifswald, è rivolto principalmente al tasso di mortalità degli alcolisti. Ha preso in esame 4.070 persone di età compresa tra i 18 ed i 64 anni - e, ben presto, ha trovato 153 soggetti con questo specifico comportamento di dipendenza. 14 anni dopo 149 di questi pazienti sono stati richiamati per un Follow-up. John ha rilevato un tasso di mortalità 4,6 volte più elevato nelle donne con dipendenza da alcol, e 1,9 volte più elevato negli uomini. Sembra incredibile ma persino i pazienti che avevano effettuato un trattamento in clinica a seguito della dipendenza da alcol non presentavano aspettative di vita migliori. Sulla base di queste constatazioni John Ulrich indica che è necessario rivolgersi in modo più mirato alle donne e che bisogna rivedere in modo critico i programmi di terapia.
Biologia complessa
La dipendenza in sé è dovuta ad effetti molecolari. L'etanolo inibisce i recettori NMDA e stimola i recettori GABA-A, e ciò spiega l'effetto rilassante e disinibente. Ben presto si giunge all'assuefazione e i pazienti consumano quantità sempre maggiori per ottenere lo stesso effetto. In caso di mancato consumo viene improvvisamente a mancare il controllo di questi recettori. A volte si verificano sintomi anche fatali come convulsioni, ansia, tachicardia e tremore - conosciuti come delirium tremens. Se non trattati fino a un terzo di tutti i pazienti morirebbero a causa di questi sintomi. Per questo motivo il trattamento di disintossicazione è per lo più stazionario e supportato da terapia farmacologica a base di aloperidolo, benzodiazepine, clonidina e clomethiazole. Fatto il primo passo i pazienti devono venire poi "stabilizzati" a lungo termine.
Fermare la sete
Oltre alle terapie comportamentali ed ai gruppi di auto-aiuto alcune sostanze anti-craving riducono la voglia di bere. Oltre a farmaci già noti come Acamprosate, disulfiram o naltrexone, è stato un altro farmaco a dare scalpore in questi ultimi anni. L'interesse di molti media per il Baclofen è indissolubilmente legato ad un nome: Dott. Olivier Ameisen, cardiologo francese. Questi è riuscito a liberarsi dalla propria dipendenza da alcol grazie a dosi elevate di questo rilassante muscolare. Dopo i dubbi iniziali - tutta questione di pubblicità? La scienza ha chiarito il mistero. Uno studio retrospettivo condotto su 181 pazienti, 132 dei quali, alla fine, hanno fornito dati valutabili, ha certificato il successo del Baclofen. All'inizio il consumo di alcol era di 182 ± 92 grammi al giorno. Dopo un anno 78 persone risultavano astemie, altre 28 avevano ridotto il proprio consumo in modo significativo. Tutti i partecipanti allo studio avevano ricevuto 129 ± 71 mg del principio attivo al giorno. Dopo di che l'agenzia francese ANSM (Agence nationale de sécurité du médicament et des produits de santé) ha dato il via libera all'utilizzo del Baclofen "caso per caso".
Il successo dell'ormone delle coccole
Anche l'ossitocina presenta delle caratteristiche interessanti. Conosciuta normalmente come "ormone delle coccole" e usta per indurre le doglie questo neuro peptide è in grado di aiutare anche coloro che sono affetti da dipendenze. Nell'ambito di uno studio randomizzato in doppio cieco, i ricercatori hanno somministrato ossitocina a sette pazienti, mentre quattro hanno ricevuto un placebo. Inizialmente il consumo di alcol di tutti i partecipanti era molto elevato e tutti, durante il tentativo di liberasi dall'alcol, soffrivano di gravi sintomi di astinenza. I soggetti sotto Verum non hanno avuto bisogno di ricorrere a lorezepam, o lo hanno fatto in quantità molto minori a differenza di quelli sotto placebo. Per valutare la validità a lungo termine dell'ormone peptidico sono necessari però ulteriori studi.
Di meno funziona di più
Non sempre si riesce ad imporre l'astinenza ai pazienti. I terapeuti provano, come alternativa, almeno a ridurre il consumo di alcol. In questo caso può essere utilizzato il nalmefene, un oppioide recettore-antagonista. I pazienti dovrebbero assumere il farmaco prima di afferrare la bottiglia - per limitare il proprio consumo. Riguardo al nalmefene sono disponibili i risultati di diversi studi di fase III. Prima dell'inizio dello studio i partecipanti hanno dichiarano di bere "in grande quantitá" per più di sei giorni," (heavy drinking days, HDD) e cioè almeno 60 grammi di etanolo al giorno (uomini) e 40 grammi di etanolo (donne). Parallelamente alla psicoterapia è stato somministrato loro nalmefene o placebo. Dopo un anno il consumo dei soggetti sotto Verum si era ridotto in modo significativo: fino al 60 per cento in meno. Di conseguenza l'EMA, European Medicines Agency, ne ha autorizzato l'utilizzo. Questo farmaco è diretto a quei pazienti con consumo di alcol molto elevato, per i quali non è possibile la disintossicazione. Il nalmefene potrà essere prescritto già a partire dalla metà del 2013.
Misure impopolari
Oltre ad interventi di carettere medico e farmacologico andrebbero valutate delle misure legislative. I colleghi del Centro per la Ricerca sulle Dipendenze della British Columbia ha scoperto che i prezzi delle bevande alcoliche hanno un ruolo centrale. Dal 2002 al 2009 i politici canadesi hanno rincarato il prezzo delle bevande alcoliche del dieci per cento introducendo un prezzo minimo. Ed ecco che - allo stesso tempo la mortalità legata al consumo di alcol è diminuita del 32 per cento. Persino i grandi bevitori hanno ridotto il proprio consumo senza ricorrere ad alcun tipo di trattamento.
Una volta abolito il monopolio di stato, che permetteva la vendita di superalcolici solo nei propri negozi, e si sono creati punti vendita privati il tasso di mortalità è di nuovo rapidamente aumentato del due per cento. Queste cifre evidenziano che medicina farmacia e politica devono creare insieme delle misure efficaci contro la dipendenza da alcol.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)