ACI: «Né fumo né cellulare alla guida»
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Vietare telefoni e sigarette in auto. È questa, secondo il presidente dell'Aci Enrico Gelpi, una ricetta per far abbassare ulteriormente il numero di incidenti stradali. Divieto per chi è alla guida di fumare e di usare il cellulare, con o senza sistemi vivavoce o auricolari. Gelpi lo ha ribadito presentando gli ultimi dati sugli incidenti stradali elaborati in collaborazione con l'Istat. «I comportamenti scorretti e la distrazione continuano a causare il 90% degli incidenti», ha premesso Gelpi. E dalle statistiche esce fuori un dato che dà la misura della pericolosità del fumo, dell'accensione della sigaretta, mentre si è alla guida: dati alla mano, infatti, i fumatori provocano il 50% in più degli incidenti rispetto agli altri guidatori, mentre l'uso del telefono al volante dimezza i tempi di reazione. Da qui l'idea, contenuta nel testo di legge unificato sulla sicurezza stradale, approvato dalla Commissione Trasporti della Camera, di mettere al bando sigarette e telefonini. Le altre tre azioni indicate da Gelpi sono la «rapida approvazione del testo unificato sulla sicurezza stradale all'esame del Senato e di un Codice europeo della strada che detti in modo univoco le stesse regole di circolazione per tutti i Paesi dell'Unione», un «percorso formativo continuo per i più giovani», e un «forte impulso all'ammodernamento infrastrutturale». Secondo il presidente dell'Aci almeno il 30% degli incidenti mortali potrebbero essere evitati in Europa se ciascun Paese investisse nell'innalzamento di questi standard. Tra le cause che hanno permesso di abbassare il numero di incidenti, secondo l'Aci, ci sono l'inasprimento delle pene contro la guida sotto l'effetto di alcol e droga, l'aumento dei controlli delle forze dell'ordine e la maggior consapevolezza, grazie anche campagne di sensibilizzazione, dei conducenti sui rischi della strada: sono queste, secondo Gelpi, le principali cause della riduzione degli incidenti stradali in Italia dal 2008 al 2007. Poi c'è anche il capitolo autostrade, con un calo del 9,3% dell'incidentalità. Secondo l'Aci il merito è del sistema dei "Tutor", dispositivi che, oltre a controllare la velocità, «rendono la circolazione più fluida, evitando le congestioni del traffico». Durante la presentazione del rapporto, il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, ha precisato che «le decisioni politiche per un'efficace prevenzione degli incidenti stradali devono basarsi su dati e informazioni oggettivi e non su evidenze aneddotiche». «Non raggiungeremo l'obiettivo europeo di ridurre della metà le vittime della strada entro il 2010 rispetto al 2000 - ha aggiunto Gelpi - ma i dati sono positivi». L'Italia è attualmente undicesima nella corsa verso l'obiettivo Ue, con una riduzione del 33 per cento delle vittime sulle strade, positiva rispetto alla media europea pari a -31,2%, dato sul quale comunque pesano gli aumenti degli incidenti in Romania (+22,5%) e Bulgaria (+4,8%). Negli stati più vicini a noi stanno meglio: il traguardo del 2010 è stato raggiunto in Lussemburgo, Portogallo e Lettonia. A un passo dall'obiettivo Francia (-47,1%), Spagna (-46,3%) e Germania (-40,3%)