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Acquistare alcol a quindici anni non è cosa difficile: i risultati di un esperimento

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«Così a quindici anni si compra la vodka»


Acquisti facili nei piccoli supermercati. Christian finisce la scuola al Secco Suardo e acquista liberamente birra, vino e liquori. Viene fermato solo nella grande distribuzione


Una vodka liscia, cinque birre, una bottiglia di mojito, e pure una boccia di vino rosso. Ha fatto letteralmente «man bassa» di alcol Christian, 15 anni appena, dopo il suono della campanella a scuola. L'esperimento - grazie al permesso concesso dai genitori - è stato semplice: il ragazzo si è lanciato nello shopping alcolico (dalla vodka alla birra passando per la sambuca e il vino) all'interno di una decina di supermercati, senza documento d'identità, per vedere sul campo se viene rispettata la norma che prevede il divieto da parte di un esercente di un locale pubblico di somministrare e vendere bevande alcoliche ai minori di 16 anni. Un riscontro in più, visti anche i dati allarmanti diffusi dall'Asl di Bergamo, solo pochi giorni fa, sul consumo di alcol nella nostra provincia. L'età media dei primi consumi, infatti, si abbassa sempre di più: 11 anni per i ragazzini bergamaschi contro i 14 della media europea.


Capelli biondi fini, sorriso pulito, non troppo alto e senza nemmeno un po' di barba, Christian dimostra tutti i suoi quindici anni, ma nulla di più. Appena uscito dal Secco Suardo si fionda nel Despar di viale Papa Giovanni XXIII, il supermarket più vicino, a meno di 200 metri da scuola. Con lo zaino in spalla si presenta alle casse con aranciata, patatine, e una bottiglia di vodka da 37 gradi. La cassa batte immediatamente lo scontrino, undici minuti dopo le 13. «Per arraffare i superalcolici qui non ci sono problemi».
Ci spostiamo a piedi in via Bono, al supermercato «Il Gigante». Non c'è dentro nessuno nel primo pomeriggio ma c'è la possibilità di approfittare delle casse automatiche quindi lo studente, questa volta, spinge un po' di più sull'alcol. Due bottiglie di vodka, un rum, patatine, Coca Cola, e due birre a buon mercato. Nemmeno il tempo di passare il codice a barre della prima bottiglia che un responsabile raggiunge subito la zona delle casse automatiche e blocca tutto. «Scusa, - chiede - hai un documento?». «No, comunque ho 17 anni», finge. «Per quanto mi riguarda, compri solo la Coca Cola, se vuoi». Così Christian molla tutto ed esce dal negozio a mani vuote.


Sempre nei paraggi della scuola, c'è anche il supermercato U2 di via Pinamonte da Brembate: c'è solo una cassiera, parla a fatica l'italiano, si nota chiaramente che è straniera. «È rumena - riflette il 15enne - vuoi che sappia delle norme vigenti su l'alcol?». Come previsto, appena arrivati alla cassa, non batte ciglio né sul bottiglione di Mojito Bacardi, né sulle Peroni. «Chissà se mi avrebbero fermato presentandomi alle casse con una scatola di superalcolici grande come tutto il carrello - si domanda Christian -. Se fossi davvero un organizzatore di feste da sballo andrei a colpo sicuro nei piccoli supermercati. Fa un po' tristezza, mi è capitato di sentire ragazzi della mia età in coma etilico per l'alcol a fiumi nelle feste in casa».
Insomma è chiaro che nei mini market del centro i controlli lasciano spesso a desiderare (su cinque tentativi tre vanno a buon fine). Altri punti vendita si distinguono: al Pam di via Camozzi, addirittura, una cassiera sui cinquant'anni non si limita a chiedere solo i documenti: «Vorrei veramente capire perché devi comprare certe cose - sbuffa mentre ritira dal nastro le bottiglie di superalcolici dai colori sgargianti -. Pazzesco, sono senza parole». Nella fila guardano tutti quanto accade, non sfugge qualche occhiata di vera e propria ammirazione per la cassiera.


Attenzione e assoluto rigore, un po' a sorpresa, anche nei grandi supermercati. All'Auchan di via Carducci e all'Esselunga di via Corridoni, ad esempio, non si passa, né con i superalcolici, né con le birre. Anche utilizzando qualche stratagemma classico dei quindicenni. «Provo con la cassiera più giovane, vedrai che non dice nulla» oppure «prendiamo patatine e coca in abbondanza così non si accorge dei superalcolici». Ci abbiamo provato, ma niente da fare. Senza documenti poi, sempre richiesti, è quasi impossibile.
Per scrupolo tentiamo di acquistare alcol anche nelle drogherie e nei piccoli supermarket presenti a pochi passi da casa del 15enne. Nel suo quartiere si vende di tutto senza riguardo, anche all'interno delle drogherie che hanno resistito alla crisi: dalla birra, al vino, agli amari, senza nessun problema. «Provo profonda tristezza - è il commento di un genitore curioso che si avvicina a Christian occupato a destreggiarsi fra tutti i sacchetti di plastica pieni di birre e bottiglie di superalcolici raccolti durante la giornata -. In passato c'erano le latterie ma se solo ti azzardavi a chiedere del vino o, addirittura un superalcolico, il proprietario ti prendeva a pedate nel sedere e avvisava i tuoi genitori. Oggi ti vendono di tutto; non solo scavalcano le leggi ma non hanno un briciolo di buonsenso». «La sensazione è che qualsiasi quindicenne a zonzo possa trovare l'alcol senza nemmeno troppa difficoltà, basta non entrare nei grandi supermercati - è il bilancio finale di Christian -. Nel mondo in cui tutto deve avere un tornaconto, meglio se economico, non mi sorprende affatto: fa riflettere».


Vittorio Ravazzini


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)