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Canada, preoccupano le morti premature legate all'abuso di farmaci oppiacei

I tassi di mortalità legati all’uso di oppiacei sono cresciuti drammaticamente, passando da 12 decessi per milione nel 1991 a 41 per milione nel 2010, secondo una recente indagine curata dall’Institute for Clinical Evaluative Sciences (ICES) di Toronto in Canada.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Addiction, indica che tali decessi rappresentano una delle principali cause di morte prematura, con una perdita di anni di vita (21.927 anni) superiore a quella provocata da alcol e HIV/AIDS. I ricercatori hanno individuato, tra il 1991 e il 2010, oltre 5.900 casi esaminando il database dell’ufficio del coroner.

Le morti per overdose da farmaci sono state individuate tramite le certificazioni del coroner per morti improvvise e repentine, e le analisi tossicologiche che segnalavano elevati livelli di oppiacei, in grado di causare il decesso. Sono stati esclusi i casi di morte per eroina, e considerati quelli correlati all’uso di farmaci analgesici come morfina, codeina e ossicodone.

In base alle analisi effettuate, i tassi di mortalità sono cresciuti del 242% nel corso di circa un ventennio, passando da 127 a 550 casi all’anno, con un’età media di 42 anni. La forte crescita dei tassi di mortalità correlati agli oppiacei si è verificata in ogni gruppo di età. Attualmente in Ontario 1 morte su 170 è legata al consumo di oppiacei. La fascia dei giovani tra i 25-34 anni risulta quella maggiormente colpita, pari ad uno su otto decessi.

Confrontando questi dati con quelli degli Stati Uniti, dove i tassi di uso, abuso e morte sono molto simili a quelli del Canada, emerge come le morti correlate agli oppiacei provochino una perdita di anni di vita potenziale superiore al mezzo milione.



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(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)