338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Addiction: MDMA, a rischio l'apprendimento cognitivo

cufrad news alcologia alcol alcolsimo Addiction: MDMA, a rischio l’apprendimento cognitivo

MDMA, a rischio l’apprendimento cognitivo

L’MDMA (3,4-Metilendiossimetamfetamina), comunemente denominata ecstasy, è una droga psicostimolante molto popolare fra i giovani. In Europa il consumo di MDMA è diffuso elevato soprattutto tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, con tassi molto elevati nel Regno Unito. Tale sostanza, che agisce principalmente sul sistema nervoso centrale, è ritenuta altamente neurotossica portando ad una forte diminuzione della serotonina nel tessuto celebrale.
Questo studio di coorte prospettico, condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Colonia, ha come obiettivo primario quello di valutare la relazione esistente tra l’inizio del consumo di MDMA e le conseguenti performance cognitive di 149 soggetti che, al momento della compilazione di un questionario e a seguito dell’intervista, non presentavano alcun disturbo fisico, neurologico o psichiatrico e non avevano mai assunto MDMA (o avevano assunto al massimo 5 compresse nella vita) ma che erano intenzionati a consumare la sostanza nel futuro.
Degli iniziali 149 partecipanti, 109 (72 maschi e 37 femmine) hanno partecipato ad una seconda valutazione dopo 12 mesi. Durante questo periodo, solo 43 soggetti non hanno utilizzato nessun altra sostanza illecita a parte la cannabis e 23 soggetti hanno consumato più di 10 pillole di MDMA.
Dall’analisi, volta ad esaminare la natura dei deficit cognitivi nei nuovi consumatori di ecstasy nel giro di un anno, è emerso dunque che esistono deficit significativi di apprendimento in test di associazione visiva nei consumatori di MDMAI ricercatori sono dunque convinti che l’MDMA metta in serio pericolo l’apprendimento cognitivo, evidenziando il problema delle disfunzioni serotoninergiche nella regione dell’ippocampo come grave conseguenza dell’uso di MDMA.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)