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Addiction: mefedrone e danni alla memoria

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Il mefedrone danneggia la memoria


Il mefedrone è una droga sintetica che compromette la memoria di lavoro durante lo stato di intossicazione, induce effetti simil stimolanti nei consumatori ed è associato ad un uso ripetuto della sostanza. Questi sono i risultati dello studio di Freeman e colleghi dell’University College London, pubblicato sulla rivista Addiction.
Lo scopo della ricerca era valutare gli effetti soggettivi e cognitivi durante lo stato di intossicazione acuta da mefedrone, molecola ad oggi resa illegale in numerosi paesi europei, Italia inclusa.
Allo studio hanno partecipato 20 adulti consumatori di mefedrone e 20 soggetti di controllo, valutati in due tempi diversi (T1 e T2). Nello specifico, il gruppo dei consumatori è stato valutato in un primo tempo durante lo stato di intossicazione da mefedrone (T1) e poi lontano dall’assunzione della sostanza (T2). I soggetti sono stati valutati in entrambi i tempi sugli effetti soggettivi, la memoria di lavoro e quella episodica, la fluenza verbale, la velocità psicomotoria ed il controllo esecutivo, mentre sono stati testati solo a T2 sulla eventuale presenza di tratti schizotipici, la depressione, variazioni nelle modalità di uso del mefedrone da quando è stato posto sotto controllo nel Regno Unito e gli atteggiamenti che influenzano i consumatori di sostanze stupefacenti all'uso di una nuova ipotetica droga.
Dai risultati è emerso che rispetto al gruppo di controllo, i consumatori di mefedrone hanno mostrato generalmente una compromissione nella rievocazione di una storia e punteggi più alti nei tratti schizotipici e nella depressione. Inoltre, il mefedrone, in acuto, ha innescato un marcato desiderio per la droga, ha indotto effetti simil stimolanti, ha ridotto la memoria di lavoro ed aumentato la velocità psicomotoria. L’impulsività indotta dal consumo di mefedrone è risultata in comportamenti di assunzione ripetuta di droga fino a circa un grammo durante sessioni di durata fino ad 8 ore trascorse dunque sotto l’effetto della droga. I ricercatori hanno anche osservato che i consumatori sono orientati all’utilizzo di una nuova sostanza psicoattiva legale se questa risulta pura all’acquisto, se non vengono riportati danni a breve o lungo termine e se è stata valutata positivamente da amici o su Internet, tanto che quest’ultima osservazione risulta avere una maggiore influenza per l’uso rispetto alla possibile preoccupazione generata dall’assenza di evidenze di studi scientifici su una nuova sostanza. Secondo gli autori, i fattori che influenzano le attitudini dei consumatori a provare nuove droghe potrebbero aiutare a predire le mode future nell’uso di molte nuove sostanze psicoattive che stanno emergendo su Internet.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)