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Addiction: pubblicato studio sulle false credenze dei fumatori

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Fumatori credono ancora che alcune sigarette siano meno dannose per la salute
Nonostante la proibizione in molti paesi dell'uso di aggettivi come "light" o "medie" sui pacchetti, i fumatori continuano

ancora a pensare (sbagliando) che alcuni tipi di sigarette siano meno pericolose per la salute rispetto ad altre. In realtà,

tutte le sigarette presentano lo stesso livello di rischio per i fumatori, comprese le tipologie a medio o basso contenuto

di catrame (condensato).
Uno studio pubblicato oggi nella rivista scientifica Addiction ha realizzato un sondaggio tra 8000 fumatori in Australia,

Canada, Regno Unito e USA. Circa un quinto di questi fumatori credevano che "alcuni tipi di sigarette erano meno dannose per

la salute che altre. La falsa credenza è risultata la più alta tra i fumatori USA, nonostante il divieto del giugno 2010

scorso da parte della FDA dell'uso di aggettivi che possano far pensare al consumatore ad una minore pericolosità.
La presente ricerca mostra come i fumatori basano la loro percezione del rischio sul colore del pacchetto, e credono che i

pacchetti caratterizzati da colori come l'oro, l'argento o il bianco siano meno dannose rispetto a quelle col pacchetto nero

o rosso. La ragione per questa convinzione può dipendere nella storia dei marchi di sigarette. Le sigarette che, col medesimo

pacchetto, portavano diciture come light o che pubblicizzavano il basso contenuto di condensato hanno lasciato la confezione

intatta.
Ma in oltre 50 paesi - compresa l'Italia - i produttori di sigarette non possono più utilizzare queste diciture poiché

ingannevoli per il consumatore. In alcuni casi, i produttori hanno semplicemente cambiato la dicitura da ‘light' a ‘silver'

(argento) o ‘gold' (oro) - ad esempio, le Marlboro Lights negli Stati Uniti sono diventate Marlboro Gold (in Italia hanno

semplicemente rimosso la dicitura light dal pacchetto). Una significativa percentuale di fumatori ora sembra aver equiparato

i colori o le diciture a quelle vecchie, quindi continuando a credere nella diversa pericolosità dei diversi tipi di

sigaretta.
I fumatori nello studio avevano anche la falsa credenza che le sigarette sottili fossero meno dannose, o che quelle con un

gusto più forte fossero più dannose di quelle dal sapore meno forte, che i filtri riducono i rischi associati al consumo di

sigarette e che la nicotina sia responsabile della maggior parte dei tumori provocati dalle sigarette. Naturalmente, queste

sono tutte false convinzioni, in quanto le sigarette contengono una complessa miscela di prodotti chimici molto pericolosi

per la salute umana, molto più della nicotina.
Il dott. David Hammond, uno dei ricercatori dello studio, ha detto che lo studio dimostra che c'è bisogno di maggiori

interventi di regolamentazione. "Quello che abbiamo scoperto mostra l'ingannevole messaggio che possono portare al

consumatore le sigarette sottili, che sono un target soprattutto di donne e in giovane età. La scoperta supporta anche l'idea

che occorre intervenire in modo globale anche sul packaging a livello di regolamentazione, e non solo intervenire sulle

etichette. Un intervento del genere sta per partire in Australia, dove tutte le sigarette dovranno essere vendute in

pacchetti dello stesso colore e cambierà solo una etichetta che riporta la marca e il tipo, con un carattere e una dimensione

stabilita anch'essa per legge."
L'Australia infatti vuole diventare l'avanguardia di un nuovo modo di combattere il vizio del fumo. Ha deciso di eliminare

dai pacchetti di sigarette qualsiasi marchio o grafica, creando un pacchetto di colore verde oliva uguale per tutti i

produttori, e mostrando sul pacchetto foto che mostrano i pericoli del fumo, comprese operazioni chirurgiche stile

"splatter". Questo annuncio ha fatto infuriare le compagnie produttrici, che promettono di voler proteggere gli interessi

degli azionisti ingaggiando una lotta davanti ai giudici.
La proposta di legge segnerebbe l'ultimo colpo per le imprese del tabacco, che già devono fronteggiare una riduzione delle

vendite e con l'aumento del commercio illegale, nonché le campagne globali contro il fumo.