Addiction Science & Clinical Practice: dagli USA una review sui danni da uso di inalanti
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Dagli USA una review sui danni da uso di inalanti
Pubblicato dalla rivista Addiction Science & Clinical Practice del NIDA, una revisione della letteratura scientifica che analizza il fenomeno
dell'uso di inalanti, cercando di individuare cosa è noto e cosa invece necessita di ulteriori ricerche al fine di arginare il problema.
Negli Stati Uniti infatti, risulta che più di 22 milioni di americani dai 12 anni in su ha usato inalanti e ogni anno si aggiungono circa
750mila nuovi sperimentatori di questo tipo di sostanze.
Nonostante la diffusione dell'uso, la dipendenza da inalanti risulta essere tra quelle meno studiate - come riportato nella review a firma di
Matthew O. Howard della University of North Carolina negli Stati Uniti in collaborazione con autori di altre università americane - anche se
negli ultimi anni stanno emergendo sempre nuove evidenze sulla loro tossicità. L'uso di inalanti consiste nell'inalazione intenzionale di
vapori generati da prodotti commerciali o specifici agenti chimici, con lo scopo di raggiungere uno stato di intossicazione che in alcuni
casi viene mantenuto attraverso un'inalazione ripetuta nel tempo della sostanza. Si tratta di colle, lucidi per scarpe, vernici spray,
liquidi o solventi quali toluene, benzina, liquidi per accendini, che spesso risultano essere tra i principali inalanti usati dai giovani. Ad
essi se ne possono aggiungere numerosi altri tanto da rendere difficoltosa una possibile classificazione farmacologica di queste sostanza
così come degli effetti psicoattivi e tossici da esse prodotti.
L'uso di inalanti è associato ad un ampio spettro di effetti avversi sulla salute, nonché di problematiche psicosociali. Tra gli effetti
acuti si riscontrano sindromi analoghe a quelle dell'intossicazione alcolica quali mancanza di coordinazione dei movimenti, euforia,
vertigini, parole biascicate, riflessi rallentati, tremori, visione sfogata, pensiero e movimento rallentato, fino al coma ed effetti che
possono avere conseguenze a lungo termine anche dopo una singola esposizione. Alcuni esperimenti di laboratorio suggeriscono inoltre che gli inalanti possono agire da rinforzo in modo analogo a quanto si osserva per altre droghe e indurre dipendenza.
Gli autori sottolineano la necessità di mantenere alta l'attenzione su questa problematica, suggerendo - in caso di sospetto uso di inalanti
- di procedere allo screening per l'uso, per la presenza di disturbi correlati all'uso e ad intervenire con approcci educativi analoghi a
quelli utilizzati nel caso di dipendenza da altre sostanze, quali gli approcci motivazionali e gli interventi di prevenzione delle ricadute.
Tali metodi concludono i ricercatori, possono risultare utili fino a che non verranno individuati e completamente valutati ulteriori approcci
specificatamente mirati a questa tipologia di dipendenza.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)